CiipNon usa mezzi termini il presidente della Ciip per descrivere la grave crisi idrica che sta attanagliando il Piceno: «L’acqua dei Sibillini non c’è più – dice Alati -. Da mesi veniamo attaccati, il più delle volte pretestuosamente,  e tanti cittadini  si lamentano perché la qualità dell’acqua non è come quella di un tempo. Purtroppo, come diciamo ormai da anni, le sorgenti stanno garantendo portate ai minimi storici. Fortunatamente,  sono stati realizzati gli impianti di soccorso che fino ad ora ci hanno consentito di fornire acqua potabile e di non procedere alle chiusure e alla razionalizzazione della risorsa idrica. Ma se andiamo avanti così, dovremmo prendere provvedimenti drastici». Le ultime tre annate sono particolarmente siccitose e le precipitazioni sono state ai minimi storici. Così, la sorgente di Capodacqua attualmente ha una portata al di sotto dei 200 litri al secondo invece dei quasi 400 che garantiva fino a qualche anno fa, mentre quella di Foce si attesta ora sui  150 litri al secondo invece degli oltre 600 di prima. Si tratta degli stessi livelli registrati negli anni 1988/1989 e 1989/1990 quando però Foce era scesa al massimo sui 450 litri al secondo.

Una criticità che nel caso di un repentino innalzamento delle temperature certamente comporterebbe il razionamento idrico e a subire i disservizi maggiori sarebbero i cittadini della Vallata del Tronto, di una parte di San Benedetto e quelli di Grottammare. «Ad Ascoli Maltignano e Folignano non ci saranno chiusure perchè l’acqua sarà garantita dall’impianto di soccorso di Castel Trosino – spiega il presidente Alati – così come a per la zona di Porto d’Ascoli dove è in funzione quello di Fosso dei Galli».

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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