salaria bivio norcia1In un momento in cui torna alla ribalta, purtroppo per le criticità che si registrano, il tema delle infrastrutture per il Piceno, riaffiora la necessità di aprire un dibattito sull’argomento per approfondire quali possano essere le soluzioni per il territorio ascolano anche in ottica futura. Partendo dal fatto che proprio le carenze infrastrutturali del territorio, fortemente penalizzato dalla mancanza di collegamenti efficienti che possano attrarre investimenti e restituire linfa all’economia, già in precedenza avevano spinto cittadini e comitati a sollecitare interventi per colmare questo “gap”. Un “gap” che a tutt’oggi permane e, addirittura, sembra aggravarsi anche per le situazioni sull’A14, l’Ascoli-Mare e la Salaria, oltre alle difficoltà di collegamento relative alla ferrovia nel sud delle Marche. E proprio su questa necessità di aprire una riflessione per individuare una strategia per i collegamenti del Piceno, si era già mosso il professor Sergio Crescenzi, molto conosciuto e apprezzato in città, che aveva provato a sensibilizzare informalmente alcuni rappresentanti istituzionali (tra cui anche qualche consigliere regionale) negli ultimi anni, nonché alcuni imprenditori. Lo stesso professor Crescenzi, interpellato sul tema, ribadisce la sua proposta di “andare ad organizzare un serio convegno in città sul tema delle “Nuove vie di comunicazione per il Piceno e proposte fondate per realizzarle”.

L’obiettivo sarebbe quello di aprire un confronto con istituzioni, esperti del settore e rappresentanze del territorio per capire quali potrebbero essere le alternative per ricollegare Ascoli e il Piceno con il mondo. E sempre il professor Sergio Crescenzi, appassionato di ricerca e nuove tecnologie,  ha esposto in precedenza, ai suoi interlocutori istituzionali e imprenditori, anche possibili ipotesi alternative avanguardistiche e futuristiche per provare a risolvere – a medio-lungo termine – il problema del trasporto delle merci da e per la provincia di Ascoli: l’utilizzo di particolari dirigibili di nuova generazione finalizzato proprio al trasporto delle merci.  Un’ipotesi che nasce da una attenta ricerca e documentazione svolta anche ad alti livelli, considerando che le tecnologie sono molto cambiate per quel che riguarda i dirigibili, che sono molto più leggeri, con costi che si sono decisamente ridimensionati e con caratteristiche che ne rendono possibile l’utilizzo senza necessità di particolari piste di atterraggio. Mezzi che possono trasportare fino a 100 tonnellate, andando ad energia eolica e volando a 4.000 metri d’altezza. Forse un sogno che osando potrebbe divenire realtà aiutando l’economia locale, ma sicuramente uno stimolo per aprire questo confronto che possa servire a trovare soluzioni senza restare ad attendere, forse inutilmente, per decenni, infrastrutture come l’ammodernamento della Salaria o la ferrovia dei due mari.

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