terremoto“Dopo la nascita della migliore protezione civile del mondo avviamoci anche al consolidamento della migliore prevenzione civile che possiamo mettere in campo”. Il Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Erasmo D’Angelis, ha chiuso così il convegno trasmesso in videoconferenza dalla Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri “La sfida è Centrale – Terremoti 2016-2017 – Dalla catastrofe perfetta alla ricostruzione perfetta”. Nel corso dei lavori è stata presentata la prima piattaforma tecnologica di monitoraggio e gestione dei grandi rischi naturali attiva in una vasta aera: quella dei 138 comuni colpiti dal sisma di quattro anni fa.
La piattaforma è raggiungibile dalle pagine del Progetto ReSTART presenti nel sito web dell’Autorità o anche direttamente dall’indirizzo www.restartgis.it. Si tratta di un supercomputer contenente cartografie digitali interattive e database finalizzati alla prevenzione e alla pianificazione territoriale più sostenibile. I dati vengono raccolti, analizzati e inseriti dal team che sta lavorando al ReSTART mediante l’utilizzo di tecnologie geospaziali, sensoristica, modellistica e sopralluoghi sul campo. E, da questa mattina, sono tutti consultabili sia dai tecnici e dai professionisti impegnati nelle opere di ricostruzione che dai cittadini desiderosi di conoscere meglio il territorio in cui risiedono. “La piattaforma tecnologica è uno strumento fondamentale per difenderci dai grandi rischi naturali, finalmente possiamo ragionare per andare oltre la fase emergenziale, ricostruire e mettere al centro il tema della prevenzione anche grazie all’uso delle moderne tecnologie”, ha sottolineato D’Angelis. “Abbiamo deciso di investire il massimo della conoscenza e della tecnologia, e oggi grazie a questo nuovo strumento chi deve ricostruire sa dove poterlo fare e sa qual è invece il territorio da lasciar perdere, perché ad esempio è a rischio frane o alluvioni. Le popolazioni del Centro Italia hanno vissuto dolori incredibili e ora hanno bisogno di vivere nella massima sicurezza possibile”.
Carlo Ferranti, dirigente dell’Area difesa del suolo dell’Autorità, ha illustrato caratteristiche e finalità del ReSTART, progetto finanziato dall’Agenzia per la coesione territoriale attraverso i fondi Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020, mentre degli esempi di utilizzo del WebGis attivo da oggi sono stati illustrati da alcuni membri del team di esperti impegnati nel progetto riguardante l’area del cratere sismico. È stato mostrato come consultare il quadro di pericolosità dei singoli territori, come analizzare i dati relativi alla microzonazione sismica, conoscere i beni culturali e archeologici presenti in aree a rischio idrogeologico, consultare il cosiddetto “book dei comuni”, che fornisce una sorta di carta di identità dettagliata per ognuno dei 138 comuni colpiti dal terremoto.
Il sottosegretario del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Roberto Morassut ha sottolineato “l’importanza della collaborazione per mettere in sicurezza il nostro territorio” e confermato che “stiamo dialogando per arrivare alla stesura di un decreto legge sui temi del dissesto idrogeologico”. Il progetto ReSTART “è molto importante – ha detto Morassut – perché nel corso degli anni in Italia abbiamo montato e smontato modelli per affrontare il rischio idrogeologico, non abbiamo utilizzato in modo razionale il territorio e spesso si lavora ancora su documenti diversi”. La piattaforma tecnologica sarà utile proprio per risolvere questo problema.
Anche Fabrizio Curcio, capo Dipartimento Casa Italia di Palazzo Chigi, ha insistito sulla “necessità di andare oltre la fase emergenziale”: “Abbiamo la consapevolezza che le politiche del territorio passano attraverso un’analisi congiunta delle situazioni e delle misure che si devono mettere in atto per la prevenzione”.
Il Commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016-2017 Giovanni Legnini, riprendendo il titolo del convegno, ha detto: “Non so se sarà una ricostruzione perfetta, ma se l’approccio è questo credo che siamo sulla strada giusta. Il progetto ReSTART è un esempio virtuoso per il corretto utilizzo di risorse pubbliche. Con questa piattaforma si è raggiunto un risultato concreto ed è uno degli esempi più avanzati della capacità di coniugare le conoscenze scientifiche con la tecnologia digitale”.
Giudizio positivo sui primi tasselli della piattaforma tecnologica, che sarà costantemente implementata fino al giugno 2022, anche da Riccardo Monaco, dell’Agenzia per la coesione territoriale: “E’ un importante risultato ottenuto con investimenti da fondi strutturali. C’è la disponibilità affinché questo filone venga implementato”, ha detto sottolineando che il WebGis del progetto ReSTART è uno strumento importante proprio perché rientra in quella “fondamentale strategia che punta ad anticipare i rischi a cui il nostro Paese è sottoposto”.
Mauro Dolce, per il Dipartimento Protezione Civile, ha sottolineato che la realizzazione del WebGis riguardante il quadro di pericolosità “nasce da un’esigenza reale di conoscenza del territorio ed è uno strumento utile non solo per la ricostruzione, ma anche per la pianificazione delle attività future sul territorio”. E ha concluso: “Auspico che questa piattaforma tecnologica possa durare anche oltre il progetto e oltre i lavori per la ricostruzione”.
Apprezzamenti per la tecnologia messa a disposizione di tecnici e cittadini è venuta anche dalle Regioni. Il terremoto del 2016-2017 ha colpito molto duramente i comuni di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Wanda D’Ercole, direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione Regione Lazio, ha sottolineato: “La parola d’ordine è mettere in sicurezza il territorio rispetto ai fenomeni pregressi e a quelli sismo-indotti. L’analisi del rischio deve avvenire ancor prima di procedere con la ricostruzione”. Sulla stessa linea Stefania Tibaldi, dirigente della Regione Marche, che ha auspicato un’estensione della piattaforma a tutto il territorio regionale, e Roberto Checcucci, del servizio Risorse idriche dell’Umbria, che ha illustrato uno studio sugli effetti provocati dal sisma di quattro anni fa sull’approvvigionamento idrico della regione. Ha invece illustrato il progetto del primo acquedotto antisismico Cristiana Bollettini, della Ciip di Ascoli. L’azienda marchigiana sta infatti lavorando, dopo che il sisma ha seriamente danneggiato il vecchio, al nuovo acquedotto del fiume Pescara, che avrà la possibilità di alimentare il sistema idrico anche in assenza di energia elettrica e sarà monitorato costantemente da remoto attraverso sensoristica di ultima generazione.
Durante il convegno sono stati anche presentati i primi due libri realizzati dall’Autorità nell’ambito del ReSTART. “Dalla catastrofe perfetta alla ricostruzione perfetta”, distribuito gratuitamente in questi giorni ai sindaci  e al personale tecnico-amministrativo dei comuni del cratere, che spiega le finalità della piattaforma tecnologica, analizza le caratteristiche dei territori colpiti e la pianificazione di prevenzione.  E “A scuola di prevenzione”, album a fumetti che illustra cosa sono e come affrontare i rischi idrogeologici e sismici. Il libro punta anche a sensibilizzare i più piccoli rispetto al tema della tutela delle acque e dell’ambiente che ci circonda. È in distribuzione gratuita nelle scuole primarie del cratere.
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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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