zona industrialePiceno Consind ora prova a recuperare dopo anni,  in maniera indiretta, i contributi pubblici ottenuti già ai tempi della Cassa del Mezzogiorno da quelle aziende che poi se ne sono andate delocalizzando. Il consorzio industriale, infatti, ha avviato una strategia che prevede, grazie alla legge 488 del 1998, il riacquisto tipo esproprio, sulla base di una stima del loro valore,dei capannoni ormai inutilizzati da tempo ma ancora di proprietà di quelle industrie che, nel frattempo, hanno deciso di dire addio al territorio ascolano. Un riacquisto che prevede, in base alla legge in questione, anche lo scomputo dal prezzo dei corposi finanziamenti pubblici ottenuti dalle aziende poi trasferitesi da un’area industriale che nel corso del tempo è andata gradualmente perdendo attività e posti di lavoro. In questa direzione, il consorzio sta studiando come muoversi e adesso, con il supporto di un legale appositamente incaricato, si prepara a partire con la prima pratica-pilota, ovvero quella per il recupero dello stabilimento di “B&B Italia”, aziende operante nel settore dei mobili che diversi anni fa ha deciso di delocalizzare. La procedura prevede che si proceda innanzitutto facendo effettuare una stima formale del valore del capannone in questione per poi portare avanti l’acquisizione dello stesso con le stesse modalità di un esproprio, proprio per il suo mancato utilizzo. Nella fase di acquisizione, pur mettendo in preventivo eventuali ricorsi da parte delle società proprietarie, si potrà procedere andando a scalare dal prezzo (definito attraverso la stima) anche tutti i contributi pubblici ottenuti dal momento di insediamento nella zona industriale ascolana.

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