IMG_0244Sarà ordinabile da domani in tutte le librerie la raccolta poetica ‘Fioriture invernali’ di Luca Campana. Il docente del liceo classico ‘Francesco Stabili’ di Ascoli, originario del fermano, nella sua ‘nota alle poesie’ spiega come le prime due sezioni del libro siano state scritte da lui attingendo dai ricordi di infanzia. ‘Nelle poesie che compongono questa raccolta posso dire, prendendo in prestito le parole di Seamus Heaney, che le mie radici si sono innestate nelle mie letture, e viceversa. Sono nato nelle Marche e ho passato l’infanzia in un borgo dei Monti Sibillini chiamato Monastero. I miei nonni, e i loro genitori prima, hanno sempre vissuto del commercio di legna e carbone, di semine e raccolti: una vita regolata da ritmi naturali, dove ogni attività veniva svolta pensando all’inverno, un lungo periodo di isolamento e risorse limitate a cui era necessario prepararsi fin dall’estate. Io, che ho avuto la fortuna di vivere in un tempo di abbondanza e possibilità, ho conosciuto i riflessi di quella vita dai racconti degli anziani del paese, dall’averli visti intenti ai lavori svolti per tutta la vita, come il quotidiano affilare la lama con la pietra pomice, la preparazione della carbonaia, la cura invernale degli orti. Le prime due sezioni della raccolta attingono a questi ricordi. La prima in particolare ruota intorno ai gesti attenti e minuziosi, tramandati per generazioni, di chi si prepara a sopravvivere a un inverno imminente: gesti che sono diventati per me una metafora della scrittura poetica. La seconda sezione è la più autobiografica. Ci sono poesie ispirate da ricordi della mia infanzia, di familiari, del mio paese, Monastero. Due poesie sono dedicate ad amici poeti, Igor Esposito (Dalla stazione fino al porto) e Danni Antonello (Di soli libri era la bottega). ‘Prepararsi alla villeggiatura è un esercizio lungo’ parla della scoperta dell’opera di Remo Pagnanelli, ‘Ieri è il ritaglio di giornale’ è dedicata a Khaled al Asaad, la cui morte nel 2015 mi colpì profondamente’. La raccolta si compone complessivamente di sei sezioni. ‘Le poesie della terza sezione – continua Campana nelle note dell’autore – sono incentrate sul tema dell’autismo. Sono un insegnante e mi è capitato di confrontarmi con ragazzi affetti da questa sindrome. Talvolta l’impressione che ho avuto è stata di addentrarmi in una natura quasi inaccessibile, in cerca di una umanità racchiusa sotto strati di nevi impenetrabili, in un contesto come quello scolastico in cui di solito, al contrario, si vive un’età di cambiamenti e fioriture. Le poesie sono nate dall’osservazione e dalla riflessione su tutto questo. La quarta e la sesta sezione ruotano intorno agli ultimi due inverni. Ho scritto la poesia ‘La calotta ha continuato a sbriciolarsi’ il 14 aprile 2020, anniversario dell’affondamento del Titanic, riferendomi a quel fatto ma anche, implicitamente, al presente che mi trovavo a vivere nel ritiro forzato legato al lockdown. La quinta sezione è costituita da un solo testo, che ho scritto in occasione del venticinquesimo anno dalla morte di Amelia Rosselli. Il titolo che ho scelto per la raccolta riassume la mia idea e la mia esperienza della poesia: l’opera degli autori a me più cari, che si tratti di Leopardi o della Rosselli, di Scataglini o di Celan per citarne alcuni, mi ha sempre dato l’impressione di una meditata e allo stesso tempo istintiva, miracolosa elaborazione di un ossimoro, di qualcosa che accade ‘nonostante tutto’, e che anzi in quel ‘nonostante’ si radica, che di esso finisce per nutrirsi. È dentro questo ossimoro che la poesia, sola, può tenersi: nel sentimento di un attrito paradossale e irriducibile che anima la vita e che precorre e percorre tutte le parole, come un taglio, che le separa e che, allo stesso tempo, le tiene unite’. Luca Campana è nato in provincia di Fermo nel 1980 e ha trascorso l’infanzia e la prima giovinezza in un piccolo borgo nel cuore dei Monti Sibillini. Per motivi di studio prima, poi per lavoro, si è mosso tra Macerata, Ancona, Mantova e Padova. Attualmente insegna nel liceo classico di Ascoli e collabora con il Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Macerata. Ha pubblicato il saggio ‘La stella che sorge dal mare. Un’interpretazione di Carlo Michelstaedter’ (Il Poligrafo, Padova, 2019) e la raccolta poetica ‘Pietra pelle’ (Nervi, Treviso, 2020), da cui sono state tradotte in inglese e russo alcune poesie.

 

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