panorama Ascoli dall'AnnunziataDopo gli sfollati per il sisma, ora è la volta degli sfollati per la ricostruzione. A oltre 4 anni dalle tragiche scosse telluriche dell’agosto 2016, con i cantieri per la sistemazione definitiva delle migliaia di edifici lesionati nel capoluogo piceno arrivano altrettante ordinanze di evacuazione con divieto di utilizzo delle abitazioni interessate dai lavori. Appartamenti da sgomberare che portano, in questa fase, sempre più famiglie ascolane a trovarsi una nuova sistemazione provvisoria, in attesa di rientrare a casa a conclusione degli interventi di riparazione definitiva dei danni causati dal terremoto. Sono gli effetti  inevitabili di una ricostruzione che, finalmente, comincia a prendere corpo dopo troppa attesa e che vede ora altri cittadini ascolani costretti ad arrangiarsi temporaneamente sotto un altro tetto, in aggiunta agli oltre 700 nuclei familiari che percepiscono ancora i contributi di autonoma sistemazione essendo ancora fuori di casa per l’inagibilità della stessa. In attesa dello sblocco dei lavori.

Cresce gradualmente, giorno dopo giorno, il numero di famiglie costrette a cercarsi una sistemazione temporanea a seguito di ordinanze comunali di sgombero per glii edifici che devono essere sottoposti agli interventi definitivi di sistemazione dei danni provocati dal sisma. Prende corpo, dunque, l’esercito degli sfollati post terremoto anche in questa fase più concreta della ricostruzione. Diversi gli edifici interessati da ordinanze di evacuazione con divieto di utilizzo per consentire l’apertura dei cantieri. Gli ultimi, in ordine di tempo, riguardano tre quartieri cittadini: centro storico, Porta Romana e Borgo Solestà. Si tratta per la precisione di lavori definitivi che partiranno, con diversi nuclei familiari che dovranno andarsene proprio perché si ritiene di evitare ogni possibile rischio per le persone durante gli interventi di sistemazione dei danni rilevati sulle strutture. Per qualche appartamento, nelle palazzine in questione, l’evacuazione era già avvenuta già dopo i primi sopralluoghi per la riscontrata inagibilità totale, ma adesso lo sgombero riguarderà tutte le abitazioni. E, chiaramente, il rientro sarà consentito esclusivamente ad ultimazione delle opere. Così come già avvenuto nell’ultimo periodo anche per altri fabbricati in città.

I lavori da realizzare in questi palazzi, per i quali si sono finalmente sbloccati i contributi dell’Ufficio ricostruzione, consisteranno in interventi di vario tipo tra cui rinforzi o consolidamenti di pareti, l’inserimento di barre d’acciaio per migliorare la tenuta delle strutture, la ricostruzione di murature in pietra, il rinforzo di archi in muratura, la sostituzione di solai, il risanamento di muri in cemento ammalorati, la ricucitura delle lesioni sui divisori degli appartamenti e sui vani scala e altre tipologie. Quello che è certo, alla luce delle numerose domande ancora in attesa di autorizzazione (con relativa conferma del rimborso delle spese), è che nei prossimi mesi questo fenomeno degli sfollati per consentire la ricostruzione è destinato a crescere ancora.

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