zona industrialeL’ennesima beffa è dietro l’angolo. E se in Parlamento il Piceno non farà sentire subito la propria voce, con uno scatto d’orgoglio, la frittata sarà fatta. In dono, sotto l’albero di Natale, infatti, Ascoli e il suo territorio troveranno un’esclusione, bell’e infiocchettata, da sgravi contributivi per le aziende, su tutti i dipendenti, pari al 30% almeno per 5 anni per poi arrivare comunque, fino al 2029.  La manovra di bilancio appena definita dal Governo e ora pronta alla conversione per Natale, infatti, rischia di mettere definitivamente in ginocchio tutte le imprese ascolane. Questo perché il disegno di legge finanziario ingloba e proroga fino al 2029 la forte riduzione contributiva (al 30%) sui dipendenti per tutte le aziende di Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Con Ascoli, presente sia nell’area del cratere del sisma che nell’Area di crisi complessa, che si ritroverebbe beffata due volte. Sia per l’esclusione, sia per il fatto che si ritroverebbe a un tiro di schioppo dalle agevolazioni nel vicino Abruzzo. E l’ipotesi di una fuga di massa oltre confine, da parte delle imprese, sarebbe tutt’altro che un’utopia.   Un’esclusione che, qualora con un colpo di coda non si riuscisse ad inserirsi (con un emendamento) prima di Natale, significherebbe rinunciare definitivamente a possibili nuovi investimenti industriali da queste parti.

Tutto questo non potrebbe che avere conseguenze pesantissime su un tessuto economico già fiaccato dal terremoto e dal Coronavirus come quello ascolano. E il Piceno risulterebbe doppiamente penalizzato proprio dal fatto che aldilà del Tronto, le aziende pagheranno il 30% in meno – almeno per i prossimi 5 anni, e poi il 20% e il 10% fino al 2029 – di contributi previdenziali per ogni dipendente. Una vera e propria presa in giro per chi è ancora alle prese con case e sedi produttive da sistemare o ricostruire ed è stato inserito in un’Area di crisi complessa al pari della provincia di Teramo. Ma, domanda legittima, qualcuno chiede: quale sarebbe la logica di un provvedimento simile?

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