Per la rubrica “Dialoghi”, ecco l’intervista all’assessore comunale di Ascoli con delega ai lavori pubblici Marco Cardinelli per fare il punto e una riflessione sulle opere realizzate e da realizzare a breve, medio e lungo termine.

 

Assessore, a poco più di un anno dall’insediamento, si ritiene soddisfatto del lavoro finora svolto sul fronte delle opere pubbliche per la città? Qual è la maggiore soddisfazione che si è tolto nel suo ruolo da assessore e quale, invece, il problema che più la preoccupa?

FOTO MARCO CARDINELLIMi ritengo abbastanza soddisfatto, ma si può fare molto di più. Forse un bilancio a poco più di un anno dall’insediamento come assessore ai lavori pubblici è prematuro, inoltre in questo mandato ci sono da
gestire tante situazioni convergenti, il post terremoto, la realizzazione delle attività programmate e a oggi anche il Covid. Quindi, il problema che più mi preoccupa è proprio la concomitanza di tante questioni –
anche se non tutte necessariamente negative – che richiederà una grande capacità di coordinamento e che ci mette di fronte a uno scenario che non ha precedenti.

Quanto incide la tanto evidenziata burocrazia sul rallentamento delle procedure per realizzare un’opera sul territorio? E quanto è difficile muoversi in una città che è storica anche nel sottosuolo?

Negli ultimi anni la burocrazia ha prodotto un rallentamento così micidiale degli investimenti pubblici tanto
da far pensare che fosse dovuto e voluto proprio per evitare di spendere denaro pubblico. Il Decreto Semplificazioni fa passi avanti evidenti, anche se va migliorato. Il vero problema ora, oltre alle norme, sta nell’indebolimento delle strutture tecniche nei Comuni, visto che in questi anni c’è stato un logoramento della consistenza dei lavori pubblici e dei servizi tecnici. Ci sarà una prima risposta da parte dell’Amministrazione con i concorsi pubblici di settembre.
Inoltre, Ascoli è una città complessa per due motivi: perché è storica e perché ha una grande estensione. Se
a questo aggiungiamo che, appena si scava nel sottosuolo emergono i resti della storia di questa città, si comprende come sia bene, nel caso di un’opera pubblica, procedere fin dai primi passi di concerto con la Soprintendenza.

Uno dei fronti su cui l’Amministrazione intende muoversi per incoraggiare la ripresa è quello turistico: quali sono le opere da realizzare che possono aiutare lo sviluppo del turismo in città?

FOTO PER GIORNALI 3Mi vengono in mente la Fortezza Pia e il parco fluviale. Per la prima procederemo alla riqualificazione delle aree esterne, alla realizzazione di un sistema di illuminazione che la renderà visibile da ogni punto della città e al collegamento pedonale con l’Università. Indubbiamente la Fortezza rappresenta un sito dalle notevoli potenzialità turistiche, esattamente come il parco fluviale che si estenderà da San Pietro in Castello fino a San Filippo. Ritengo che, da un punto di vista turistico, altrettanto strategico sia il potenziamento della cosiddetta “mobilità dolce” extraurbana così da valorizzare le nostre frazioni, punto  nevralgico di collegamento con la montagna. Penso che il turismo vada inteso a 360 gradi: abbiamo moltissimo da offrire, non solo l’arte e la cultura in città, ma anche lo sport, il benessere e la natura delle aree interne.

Ascoli ha un centro storico molto importante, seppure in difficoltà. Dopo piazza Sant’Agostino ora c’è il grande intervento su corso Trieste, con tutte le sue complicazioni. Quanto può incidere a suo avviso sul rilancio del cuore della città? E quali altri interventi sono in programma?

Cardinelli col sindacoCorso Trieste è l’arteria principale del cuore di Ascoli. È bene puntualizzare fin da ora, tuttavia, che proprio perché ritengo giusto e fondamentale restituire al centro storico il valore e il decoro che merita e trattandosi di un’opera di riqualificazione complessa e strutturata, spero che i cittadini  comprenderanno gli inevitabili disagi. L’intera Amministrazione sarà al loro servizio per affrontare e gestire le eventuali problematiche, ma è bene concentrare  l’attenzione di tutti sull’obiettivo finale, stringendo un po’ i denti quando sarà necessario. Riguardo agli interventi in agenda in centro storico, ho ben chiaro il quadro complessivo delle altre vie da riqualificare. Tuttavia la priorità è evitare di congestionare il centro di Ascoli, già messo a dura prova dal terremoto e dalla sua lenta ricostruzione. Dunque è fondamentale raccordare gli interventi con i cantieri post sisma per non bloccare una già complessa viabilità. In questa fase, comunque, il collega di giunta sta già lavorando a una nuova pianificazione della viabilità in centro. A breve sarà avviato un massiccio intervento di pulizia straordinaria sulle facciate di alcuni palazzi comunali e sui ponti del centro storico, fortemente voluto da me e dal sindaco Marco Fioravanti per restituire agli ascolani una città ancora più bella.

Quartieri e frazioni: aldilà del freddo elenco delle opere programmate per migliorare le varie zone del territorio comunale, c’è stato o ci sarà un cambio di passo da questo punto di vista rispetto al passato?

Con la programmazione l’intento è stato proprio quello di evitare un freddo elenco di opere, piuttosto di distinguere e dare la giusta importanza ai diversi interventi nelle differenti zone della città, a cominciare dalle frazioni, con l’istituzione di capitoli ad hoc all’interno del Piano triennale. Non spetta a me dire se ci sia stato o meno un cambio di passo, io resto concentrato e disponibile ad ascoltare le problematiche dei cittadini. In ogni caso dall’insediamento ho subito avviato un giro di ascolto, non ancora terminato causa Covid, nei quartieri e nelle frazioni per raccogliere le istanze e le esigenze di chi abita in zone della città troppo spesso penalizzate. Su questo effettivamente spero ci sia stato un cambio di passo. Continuo a ripetere che le frazioni vanno necessariamente considerate come un valore aggiunto per il territorio, sia da un punto sociale per il forte senso di comunità che le caratterizza, che, come già detto, turistico.

Le grandi opere: il ponte di Monticelli e il parco fluviale. Qual è la situazione?
Si tratta di due opere davvero molto complesse e articolate, anche nell’iter burocratico, dal valore complessivo di circa 12 milioni di euro. Per quanto riguarda il ponte di Monticelli, siamo alla fase conclusiva degli espropri; in merito al parco fluviale, invece, si sta predisponendo un incarico per avviare la procedura espropriativa delle aree interessate.

Un’attenzione particolare la state rivolgendo anche alla questione ambientale e delle zone a rischio
dissesto, come avvenuto con lo sblocco nella zona del complesso Le terrazze. Quanto c’è ancora da fare su questo fronte?

CardinelliC’è moltissimo da fare perché abbiamo tanto territorio agricolo e tante aree in frana, quindi c’è la necessità assoluta di un raccordo maggiore con la Regione, perché quest’ultima spesso non ha dato seguito alle
esigenze e alle richieste espresse da Ascoli. Il cambio di passo che sono sicuro avremo dopo il 20 e 21 settembre renderà di certo la gestione del territorio più coerente con le nostre aspettative. Il dissesto  idrogeologico per me è un tema molto importante, a breve sarà  aggiornato il monitoraggio di alcune aree  più a rischio, cercando di intercettare eventuali finanziamenti per interventi concreti, così come fatto per l’area delle Terrazze e per la strada di Porchiano, su cui tra una decina di giorni cominceremo i lavori. Inoltre, restiamo in attesa di risposte economiche dagli organi preposti anche per ulteriori progetti su cui ho già lavorato.

Quali gli impegni in agenda, sempre sul fronte delle opere, subito dopo l’estate?

C’è tanto da fare. È prevista la conclusione di diversi cantieri importanti come la pedonale di Monticelli,
parco Narcisi, il complesso Le Terrazze. Si avvieranno anche le manutenzioni straordinarie sulla viabilità nei
quartieri e nelle frazioni e si partirà con l’efficientamento energetico del Polo di Sant’Agostino e col velodromo di Monticelli. Infine, si procederà con la riqualificazione del mercatino di Borgo Chiaro e la nuova illuminazione pubblica di viale Treviri, opere su cui abbiamo lavorato a stretto contatto il sindaco ed io.

Nel suo cassetto, come assessore, c’è il classico sogno che vorrebbe realizzare per la città entro la
legislatura? Se sì, qual è?

Sogno una città aperta, vivibile come territorio e non solo come zona urbana. Forse sembro di parte, ma
credo che la pandemia ci abbia spinto definitivamente a superare l’antica marginalità di frazioni e borghi.
L’intento è lavorare proprio su questo, per far sì che non ci sia più un divario infrastrutturale e che le
distanze tra città e periferia si accorcino fino quasi ad annullarsi.

 

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