di Luca Marcolini

coronavirus 2 tamponi

È ufficiale: sull’emergenza Coronavirus siamo ormai alla fase della confusione legalizzata. Disposizioni nazionali in un senso, disposizioni delle Regioni spesso nel senso opposto. E ancora esperti che partoriscono provvedimenti indecifrabili, mascherina sì mascherina no, tabaccherie sì, negozi nì, ristoranti no, parchi sì senza assembramenti, spiagge sì ma da soli… Uscire solo per motivi di estrema necessità: salute, lavoro e spesa alimentare.  Ma nel frattempo si aprono librerie, cartolerie, etc. Ma il cittadino frastornato ad un certo punto si pone un interrogativo. Dove il contagio è sotto certi numeri, non sarebbe stato meglio dire: si esce tutti con obbligo di mascherine, guanti e rispetto delle distanze con sanzioni pesanti per chi non rispetta le regole? Così come stanno andando le cose sarà solo un gran caos… I cittadini non sanno più cosa si può fare e cosa no, tra le cento versioni di virologi ed esperti che alla fine portano inevitabilmente… a sperare che il virus magari se ne vada da solo.

E intanto molti aspettano il 4 maggio come il giorno della libertà condizionata per un potenziale ergastolano. Senza capire fino a che punto sia condizionata questa libertà che, alla fine, consiste in passeggiate solitarie e visite ai parenti. Anzi ai congiunti.

Infine, un’ultima domanda: qualcuno avrà analizzato un dato fondamentale? Quante tra le persone che si stanno contagiando in questa fase hanno in realtà sintomi, la febbre o complicanze da terapia intensiva? Perché forse è da questo dato che si può capire e far capire meglio se il virus si stia realmente indebolendo o meno… e se può comportare ancora gravi rischi sanitari oppure no. Una risposta utile anche per fare chiarezza e responsabilizzare i cittadini sulla base di poche, ma chiare e serie, informazioni e disposizioni. La confusione, in questo delicato momento, non può far altro che assecondare questo temerario e misterioso virus.

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