cna doriana mariniLa mascherina protegge. La mascherina contribuisce a preservare vite. La mascherina sarà un oggetto con il quale molto probabilmente dovremo convivere ancora per molto tempo. “Sono molte le imprese della nostra filiera produttiva Picena – afferma Doriana Marini, vice presidente nazionale e presidente regionale di Cna Federmoda – che nell’emergenza hanno risposto alla chiamata e si sono attrezzate per fare quello che potevano. Ora anche in questo campo c’è però da fare chiarezza, per la tutela di chi opera con questi strumenti, per la sicurezza della popolazione e per chi le produce con una line industriale e chi le realizza artigianalmente tutte e rigorosamente in Italia”.

“Per la Cna Picena la chiarezza – aggiunge Francesco Balloni, direttore territoriale dell’Associazione – sta nell’identificare e distinguere le diverse filiere produttive e quello che, ognuna di esse, può dare al Paese. Dopo il doveroso impegno dato ci auguriamo che i nostri piccoli laboratori artigianali del tessile e della moda non finiscano per trovarsi sedotti e abbandonati”.

E la chiarezza, sempre per Cna Picena, comincia dal distinguere le mascherine chirurgiche monouso da quelle più genericamente definite a uso della collettività. “Le prime – spiega ancora Doriana Marini – hanno criteri di produzione che, al momento, in tutta Italia, solo poche decine di aziende hanno potuto soddisfare fra richieste, test e documenti da produrre. E’ un segmento produttivo importante ma non il solo. In questo caso parliamo di mascherine monouso per le quali concordiamo su un prezzo definito dall’autorità centrale. I nostri piccoli laboratori, però, producono al momento soprattutto mascherine di protezione generica. Utilissime per la popolazione. Realizzate tutte in Italia, con materiali di qualità e soprattutto riutilizzabili perché lavabili. Il loro costo, comunque calmierato, onesto e sostenibile, ovviamente dovrà essere un po’ più alto altrimenti il piccolo artigiano non avrà neppure un sia pur minimo margine, ma nemmeno coprirà i costi di produzione e di acquisizione delle materie prime”.

Una sorta di linea produttiva di mascherina, dunque, diversificata a seconda che si tratti di uso di emergenza o professionale a differenza di un uso generale per la popolazione. “In questo secondo caso – come precisa Arianna Trillini, vice presidente della Cna di Ascoli Piceno e imprenditrice del settore accessori moda – si può anche cominciare a parlare di accessori per l’uso di tutti. La categoria della mascherine di protezione individuale la consideriamo divisa in due categorie, quella usa e getta per gli utilizzi indicati dagli esperti, e quella riciclabile. Come artigiani del settore moda stiamo lavorando principalmente a questa seconda tipologia. E considerando che tale accessorio dovrà, come dicono i medici, accompagnarci per lungo tempo, la creatività e il fashion del made in Italy ritengo debba dire la propria in fatto di stile, qualità delle materie prime e fattura artigiana. Siamo in grado di essere sul mercato in questa nuova fascia di prodotto con il nostro saper fare artigiano e anche ricordando alle persone che useranno la mascherina per la vita sociale quotidiana che le nostre, in quanto lavabili e riciclabili, non creano ovviamente problemi di inquinamento che questa emergenza sicuramente farà emergere nei prossimi mesi e forse anni”.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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