E’ stato l’ascolano monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, ad esplicitare la posizione ufficiale della Conferenza episcopale italiana, riportata poi da tutti i media nazionali, relativamente al pronunciamento della Corte Costituzionale sul caso di Marco Cappato, il politico e attivista dell’associazione Luca Coscioni accusato – in base all’articolo 580 del codice penale – di avere aiutato a suicidarsi Fabiano Antoniani, più noto come dj Fabo.
“Non comprendo come si possa parlare di libertà, – ha detto Monsignor Russo, molto conosciuto e apprezzato in città – qui si creano i presupposti per una cultura della morte in cui la società perde il lume della ragione. Il medico esiste per curare le vite, non per interromperle. È chiaro che chiediamo per i medici l’obiezione di coscienza”.
“Noi – aggiunge monsignor Russo – siamo sempre aperti al dialogo. Speriamo in paletti forti. Non ci può stare bene quanto deciso ed è anomalo che una sentenza così forte sia arrivata prima di un passaggio parlamentare”.