Ricostruzione, ad Ascoli rischio di tempi raddoppiati per 1600 edifici con difformità edilizie

Ascoli rischia di paga a caro prezzo, nel post terremoto, la presenza di piccole modifiche non autorizzate oltre a qualche abuso edilizio più evidente. Un prezzo che, calcolato in concreto, significa quasi il raddoppio dei tempi per concludere i lavori dl ricostruzione o sistemazione degli edifici per circa 1.600 immobili. Un calcolo che si ottiene applicando i dati dell’Arengo relativi alle difformità edilizie riscontrate sul 90% degli immobili presenti in città. Per 1.600 famiglie, dunque, salvo cambiamenti di procedure o deroghe, il rientro nelle abitazioni evacuate potrebbe verificarsi aspettando il doppio di quanto  previsto per le già lunghe pratiche senza intoppi.

 

Se già di per sé la ricostruzione post terremoto viaggia ancora, dopo 3 anni, a passo di tartaruga per il susseguirsi di ordinanze che aver appesantito o sicuramente non alleggerito le farraginose procedure, sicuramente Ascoli città si ritrova penalizzata notevolmente anche dal fardello che la città si trascina dietro da decenni proprio dal punto di vista degli immobili che presentano difformità edilizie– come confermato dall’Arengo – addirittura nel 90% degli edifici presenti in città (si va dalle piccole modifiche fino ad abusi più rilevanti). Un fattore, questo, che comporta di fatto il blocco delle pratiche di ricostruzione fino a che non si riesce a sanare l’esistenza di queste modifiche riscontrate e mai autorizzate con tutto un iter parallelo per arrivare alla sanatoria. Una sanatoria che, tra l’altro, per alcuni casi è impossibile, comportando quindi lo stop ai contributi per la sistemazione di alcuni degli edifici. E se immaginiamo che la percentuale di immobili con difformità pari al 90% viene applicata anche ai 1.813 palazzi dichiarati inagibili, ecco che si capisce come mai Ascoli sia molto indietro dal punto di vista delle pratiche: di fatto, per oltre 1.600 di quegli edifici su cui intervenire per ripristinare l’agibilità, tornando ad accogliere il ritorno delle famiglie che vi abitavano, i tempi per la conclusione dei lavori – stando alle attuali normative – dovrebbero essere praticamente doppi rispetto alle normali procedure. Ed Ascoli, con i suoi oltre 1.800 edifici inagibili, rappresenta una delle situazione più critiche, considerando la mole di pratiche da gestire.

 

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