Ad Ascoli non è solo la squadra a scendere in campo. Molto di più

Prima di tutto, occorre trasformare il grande entusiasmo di questa sera in energia positiva, in vis agonistica da utilizzare in campo, nella consapevolezza di poter battere chiunque. Perché la vittoria netta, cercata e voluta oggi, necessaria a ribadire che questa squadra ha tante facce ma anche un grande cuore, non deve trasformarsi nella convinzione di aver raggiunto l’obiettivo.

La salvezza passa, inevitabilmente, per altri minuti di sofferenza, possibili imprecazioni ma anche grida di gioia, bandiere al vento che ondeggiano al ritmo dei tamburi, un muro di sostegno bianconero – quello della curva sud – che non cederà mai spazio alle crepe neppure di fronte alle più forti scosse emotive di una stagione come sempre ricca di cadute e risalite.

La salvezza passa per le certezze di questa squadra che non possono certo essere messe in discussione da qualcuno che, forse per troppo amore, rischia di inquinare anche i rapporti di stima e fiducia più consolidati e affidabili. Uno fra tutti, quello tra Daniele Cacia e la piazza ascolana. La rabbia per un pareggio che si abbina ad una classifica con qualche brivido sopraggiunto, non può e non deve intaccare la fiducia che tutto il popolo bianconero ha riposto e continua a riporre nel bomber Cacia e nelle sue reti-salvezza, nella sua presenza importante nel guidare il gruppo verso il traguardo anche quando le gambe cominciano a tremare. E quando i giovani dal futuro luminoso e dalle indiscutibili doti tecniche si ritrovano magari per la prima volta con l’incubo-retrocessione alle spalle. Daniele Cacia, – che ha tutto il diritto di abitare dove vuole – rappresenta qualcosa di più dei suoi 29 gol (finora) in meno di due stagioni. Rappresenta quel riferimento, insieme a Gigi Giorgi e Andrea Mengoni, che va oltre il campo.

Sì, il calcio è ricco di sfumature, chiacchiere, meccanismi strani e anche piccoli attriti, tensioni, momenti difficili. Ma tutto questo c’è sempre stato e fa parte del gioco. Quello che non è per tutte le piazze e le società è l’amore incondizionato, su tutti i fronti, che non si compra e non è facile da trovare. O ce l’hai o non ce l’hai. Ed ecco allora che è giusto concentrarsi solo sull’obiettivo, facendo tutti squadra – dalla società alla tifoseria e ai media – come da queste parti si è sempre fatto nei momenti più difficili. Perché aldilà degli errori possibili, delle strategie, delle scelte, delle reazioni istintive, la vera arma segreta dell’Ascoli è sempre stata e sempre sarà una capacità unica e inimitabile di serrare le fila  in nome di questo amore grande che nessuno è riuscito mai ad intaccare dai tempi di Rozzi ad oggi. C’è chi ha criticato persino lo stesso Rozzi e anche giocatori che hanno vinto scudetti epoi  hanno indossato la maglia dell’Ascoli… Ma non saranno le solite, immancabili critiche dettate solo dalla paura di vedere il Picchio soffrire, ad intaccare l’infinita passione bianconera.

Basta farci l’abitudine e tirare dritto.

Perché ad Ascoli non è solo la squadra a scendere in campo, ma molto, molto di più.

Share Post
Written by

Direttore responsabile della Gazzetta di Ascoli Giornalista professionista e scrittore

Latest comment
  • Forse intempestivo e ARROGANTE è STATO L’INTERVENTO DI Inzaghi, L’ALLENATORE DEL VENEZIA CHE, APPENA ARRIVATO IN B, HA TENUTO A DIRE DI AVERE BUONE Probabilità DI POTER CONTARE GIà SU CACIA PER IL PROSSIMO CAMPIONATO CHE , PER IL VENEZIA, PREVEDE LA SCALATA ALLA SERIE A..

LEAVE A COMMENT