salaria svincolo norcia DEntroterra appenninico prima martoriato dal sisma e poi penalizzato da ritardi dei cantieri e disagi che caratterizzano la strada Salaria. Con la distanza tra Ascoli e Roma che sembra aumentare ogni giorno di più. Ed ora, al fianco di numerosi automobilisti piceni, arrivano anche lamentele e malcontento dal Reatino, con il Comune di Cittareale che chiede attenzione alle istituzioni competenti,  “raccogliendo la crescente preoccupazione delle comunità locali” e richiamando con forza le istituzioni competenti sulla situazione ormai insostenibile della viabilità lungo la strada statale 4 Salaria. Con la richiesta anche di un coordinamento più efficace tra commissario straordinario, Anas, Regione Lazio e Provincia di Rieti nella programmazione dei cantieri. Uno scenario a specchio con quello che si registra anche nel versante piceno, dove per i lavori per la sistemazione stradale a seguito del terremoto, con decine e decine di cantieri ancora aperti e in ritardo proprio nella zona maggiormente colpita dal sisma, gli automobilisti lamentano una situazione insostenibile, sollecitando Anas e il commissario per la ricostruzione Castelli per una velocizzazione dei lavori.

Uno scenario che, passando dal Reatino al Piceno e viceversa, non cambia: percorrere la Salaria è ormai più difficile che riuscire a completare 10 volte consecutive il cubo di Rubik.

“Ormai da mesi, i cittadini dell’Alta Valle del Velino – si legge in un comunicato del Comune di Cittareale firmato dal sindaco Francesco Nelli – stanno affrontando enormi disagi causati dalla presenza di cantieri simultanei, semafori provvisori, rallentamenti prolungati e code quotidiane che penalizzano la mobilità, incidono pesantemente sulla qualità della vita e minano la tenuta sociale ed economica del territorio”.
E ancora: “Non si tratta di un disagio circoscritto a un singolo comune, ma di un problema sistemico che coinvolge l’intera dorsale appenninica reatina: da Antrodoco a Micigliano, da Posta a Borbona, da Cittareale ad Amatrice fino ad Accumoli, giungendo poi fino alla costa adriatica. Ogni giorno, centinaia di cittadini restano intrappolati per lunghi minuti in file che si snodano tra viadotti, gallerie e deviazioni, in un contesto viario non all’altezza delle esigenze delle comunità montane del cratere sismico. Comprendiamo e condividiamo la necessità di interventi di messa in sicurezza e ammodernamento, ma non possiamo più accettare che non si tenga conto delle ricadute concrete sul territorio. Il rischio è che, paradossalmente, la ricostruzione si trasformi in un ulteriore fattore di isolamento, invece che di rilancio. È nostro dovere tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini, la dignità dei nostri territori e le prospettive di chi ha scelto, nonostante tutto, di continuare a vivere e lavorare in queste aree, così come di coloro che le scelgono per trascorrere un fine settimana o un periodo di vacanza”.

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