Terremoto 16Un effetto terremoto che sembra non finire mai. 

Quando ormai ci si avvicina a grandi passi verso il nono anniversario dalle tragiche scosse dell’agosto 2016 che sconquassarono, colpendo brutalmente 4 regioni, anche la provincia ascolana macchiata dal sangue delle vittime, nelle zone dell’epicentro arquatano, sembra ancora lontano il giorno del traguardo: quello della conclusione e del ritorno alla normalità.

 

Tanti i commissari: Errani. De Micheli, Farabollini e Legnini fino ad arrivare all’attuale commissario Castelli. Tanti numeri, tanti progetti, tante richieste e tante procedure lunghe e farraginose. Ma, se è vero che i cantieri compaiono dappertutto, è altrettanto vero che, toccando la situazione con mano (anzi, coi dati) c’è ancora tantissimo da fare. 

A dimostrarlo, aldilà delle parole, ci sono, ad esempio, i dati della ricostruzione privata che parlano chiaro: ad oggi, 7 maggio, quasi 9 anni dopo le violente scosse del 16 agosto 2016, su 4.505 pratiche presentate, nel Piceno sono 1.928 gli interventi attualmente conclusi. Mentre 616 sono le pratiche archiviate. Restano in ballo, però, altri 1.961 interventi tra 1.452 avviati e in esecuzione e 509 pratiche ancora in fase istruttoria. Millenovecentosessantuno interventi che rappresentano, di fatto, oltre il 43% delle pratiche complessivamente presentate.

Un dato che rispecchia un po’ anche quello che è lo scenario post sisma a livello marchigiano: 19.367 pratiche presentate, 3.207 archiviate, 7.538 concluse, 6.202 in esecuzione e 2.420 in fase istruttoria. Siamo a poco più di meta strada.

 

Cosa significa tutto ciò? Il timore è che, se continuerà a tenere questi ritmi, questa ricostruzione che sembra non finire mai potrebbe durare almeno altri 7-8 anni.

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