Ascoli sotto i riflettori anche dei media nazionali per quello che è stato annunciato come il corteo antifascista. Un corteo che nel pomeriggio di oggi ha attraversato la città a seguito dell’episodio dello scorso 25 aprile relativo ai controlli effettuati dalle forze dell’ordine in un forno in piazza Arringo che aveva affisso all’esterno l’ormai famoso lenzuolo. Il corteo, composto, ha raggiunto poi il centro cittadino, da Porta Romana, per manifestare, per l’appunto, nel nome dell’antifascismo. E anche la titolare del forno ha voluto ringraziare i presenti. Va inoltre sottolineato che tutto si è svolto legittimamente e correttamente, senza problemi di ordine pubblico e sul fronte della sicurezza. Senza tensioni.
Non è mancato, peró, non essendoci dati riferimento ufficiali, un “balletto” mediatico delle cifre relative al numero di persone che hanno preso parte a questo corteo. Qualche testata giornalistica si è assestata su un dato ondeggiante intorno alle 2000 persone, ma altre, a livello nazionale, si sono orientate su circa 1.500 persone (Sky Tg24), altre ancora (Repubblica e Corriere della Sera) su un migliaio o su circa 600 presenti (Il Giornale). Sicuramente tutto in buona fede, ma con inevitabili oscillazioni e relative perplessità.
Quello che, invece, è il messaggio che deve passare è che, aldilà di episodi vergognosi registrati in questi giorni tra gli striscioni contro la titolare del forno e le assurde e inaccettabili minacce di morte nei confronti del sindaco Fioravanti da parte di 144 persone, sui social, Ascoli (Medaglia d’oro al valor militare per attività partigiane) è e resta una città democratica e rispettosa della libertà. E non merita, aldilà delle intenzioni, dei contrasti, del rischio strumentalizzazioni e degli accadimenti, di apparire a livello nazionale come una città intollerante.