Alla mezzanotte di domani, 21 novembre, si chiuderanno i termini per le richieste dei bonus-salvagente lanciati dall’Arengo a commercianti e partita iva in questa difficile fase dell’emergenza Covid19. Una misura che il sindaco Fioravanti – in collaborazione con giunta e forze di maggioranza – ha voluto mettere in campo stanziando 390mila euro complessivi per un aiuto economico una tantum da destinare alle attività cittadine che, piegate dagli effetti della pandemia e del lockdown, rischiano di dover abbassare le serrande aldilà delle restrizioni e dei protocolli. L’Arengo si è posto l’obiettivo di aiutare fino a circa 800 persone titolari di partita iva. Requisito essenziale è l’esercizio dell’attività sul territorio ascolano. Inoltre, i potenziali beneficiari non devono aver lavorato, durante il periodo di chiusura obbligatoria per il lockdown, neanche in smart working.
Sul provvedimento, accolto molto positivamente dai diretti interessati, proprio a ridosso della chiusura dei termini per la presentazione della domande, la Confcommercio ascolana avanza all’Amministrazione comunale una richiesta motivata dal fatto che, purtroppo, diversi operatori commerciali – messi in ginocchio dagli effetti della pandemia – non potranno aderire al bando per ottenere i bonus non avendo potuto rispettare regolarmente il pagamento di tributi o degli obblighi contributivi.
“E’ doveroso, innanzitutto, ringraziare l’Amministrazione comunale – sottolinea Costantino Brandozzi, dirigente della Confcommercio ascolana – per aver messo in campo questa misura che va a sostegno delle piccole e medie attività del territorio fortemente in difficoltà in questi mesi. Un’iniziativa molto utile per tanti commercianti che si sono già attivati. Purtroppo, però, ce ne sono diversi che non potranno presentare la domanda perché, a causa dell’inattività forzata dovuta al lockdown, non hanno potuto ottemperare a tutti i pagamenti di tributi comunali o dei contributi previdenziali”. “Per questi motivi, – aggiunge Brandozzi – chiediamo al Comune, che si è già dimostrato molto sensibile, di riservare attenzione a questo aspetto e, quindi, di impegnare una eventuale somma residua dei 390mila euro stanziati, in base alle domande che arriveranno, sempre per il sostegno alle attività produttive. Magari pensando a un piccolo ritocco, ad esempio, alla tassa sui rifiuti”. “Si potrebbe pensare – aggiunge il presidente Fnaarc Confcommercio, Tullio Luciani – anche ad un ampliamento del sostegno a categorie che sono comunque in forte difficoltà, come ad esempio quella degli agenti di commercio”.