acqua-potabileIl comitato regionale di protezione civile ha finalmente dato l’autorizzazione, a conclusione del lungo percorso di monitoraggio della qualità dell’acqua con i prelievi dei campioni da effettuarsi durante le quattro stagioni, all’immissione nella condotta principale della risorsa idrica prelevata dai nuovi pozzi realizzati a Capodacqua. La Ciip, dunque, può contare su circa ottanta litri al secondo di acqua che consentono di poter far fronte alla carenza idrica dal momento che le portate delle sorgenti continuano a diminuire. Nei prossimi giorni, si valuterà con attenzione la reale quantità di acqua a disposizione per valutare l’eventuale riapertura di almeno una parte dei serbatoi che dall’inizio della scorsa estate sono soggetti a chiusure durante  le ore notturne. Se la situazione lo consentirà, in alcuni paesi della Vallata del Tronto in cui il fabbisogno giornaliero è minore, la Ciip potrebbe decidere di riaprire gradatamente il flusso idrico anche durante la notte. La situazione rimane ancora grave e per questo motivo, durante il comitato regionale di protezione civile è stato discusso anche della possibilità di poter realizzare una fonte di captazione dell’acquaa Foce di Montemonaco dove la sorgente che prima del sisma garantiva più di 600 litri al secondo, ora ha una portata di appena 200. Sul tavolo è stata messa l’ipotesi della realizzazione di quello che tecnicamente viene definito “pozzo pilota” superando le difficoltà derivanti dal fatto che l’intera zona ricade nel Parco dei Sibillini e pertanto risulta essere vincolata. Segnali importanti di apertura in tal senso sono arrivati giovedì pomeriggio proprio dal comitato di protezione civile con l’impegno di affrontare la problematica all’inizio del nuovo anno.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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