L’avvistamento di altri 6 o 7 cinghiali nella zona del Campo Scuola, per la precisione in via De Dominicis, segnalato e confermato dai vigili urbani che si sono recati sul posto, nell’aprile scorso, ha portato ora l’Arengo a diramare un’ordinanza per la cattura e, se necessario, l’abbattimento degli esemplari di questi animali selvatici che si aggirano in città e stanno creando una vera e propria emergenza.
Il caso di questi ulteriori cinghiali avvistati mentre stazionano e cercano cibo nei prati vicino alle abitazioni nella zona di via De Dominicis, dopo precedenti avvistamenti a Pennile di Sotto, all’ex Carbon, a San Filippo e lungo il fiume Tronto, ha fatto scattare l’ordinanza che ora prevede l’intervento della polizia provinciale per risolvere il problema. Questo anche perché, come si legge nell’ordinanza, oltre agli avvistamenti “sono pervenute segnalazioni di numerosi danni prodotti dagli stessi cinghiali sia a cose che a fondi agricoli e che inoltre la presenza di questi animali, in particolar modo nelle ore serali e notturne, è fonte di pericolo, nello specifico, per la sicurezza stradale e, in generale, per la sicurezza pubblica e provoca inoltre situazioni di tensione sociale”.
“Inoltre – scrive l’Arengo – il proliferare eccessivo degli stessi cinghiali può comportare il diffondersi di specifiche malattie infettive o diffuse in quanto la loro proliferazione non è controllata ed è sempre più frequente il loro avvicinamento ai luoghi abitati o alle attività economiche e il contatto con l’uomo. Tale eccessiva presenza provoca panico nella cittadinanza e potrebbe, in mancanza di provvedimenti assunti delle Autorità competenti, suscitare reazioni ed iniziative illegali ed incontrollabili da parte di privati cittadini”.
Si ordina, quindi, “fino al 31 maggio 2019 e comunque sino alla risoluzione dell’emergenza, nelle zone centrali e periferiche del comune di Ascoli e anche all’interno di aree protette, la cattura o l’abbattimento dei cinghiali selvatici allo stato brado che siano potenzialmente pericolosi in quanto sconfinando dai loro habitat naturali si avvicinino all’abitato anche al fine di evitare l’eccessivo proliferare degli stessi”.