IMG_5465Si è svolto presso il Centro di Preparazione olimpica di Tirrenia il terzo raduno nazionale giovanile della Federazione Pugilistica Italiana, organizzato dal responsabile del settore giovanile nazionale Domenico Virton, al quale hanno preso parte le cinque eccellenze marchigiane del presidente marchigiano Luciano Romanella: David Palombi della Canappa Boxing club di Recanati, accompagnato dal genitore/allenatore Walter Palombini; Loris D’Angelo dell’Ascoli Boxe accompagnato dal tecnico Francesca Caputo; Nasro-Allah Benhassan, Domenico Panichi e Maya Leurini della neo pugilistica sambenedettese “Boxing club SBT” accompagnati dalla responsabile del settore giovanile Francesca Pignati. Gli allievi (12-13 anni) migliori di tutte le regioni d’Italia hanno avuto l’onore di farsi allenare da Patrizio Oliva, campione olimpico di pugilato a Mosca 1980, campione europeo Ebu nei superleggeri e welter e campione mondiale Wba nei superleggeri. Il discorso introduttivo di Oliva, nel giorno del suo sessantaquattresimo compleanno, è stato di una profondità psichica notevole. Lo Sparviero italiano, noto anche per le sue pièce teatrali di eccezionale qualità, ha ricordato ai giovanissimi atleti che lo ascoltavano in silenzio, di quando da bambino come loro davanti allo specchio si autoproclamava campione mondiale e olimpico e li ha incoraggiati a sognare sempre fortissimamente perché «il segreto della vita è racchiuso nei sogni». I giovani campioni regionali e nazionali selezionati dalla Fpi per questo raduno, pur non capendo, data la loro giovane età, la profondità del messaggio che il pluricampione e tecnico della nazionale schoolboys (14-15) stava facendo loro, ne hanno intuito il significato e hanno dato il massimo nelle tre sessioni di allenamento congiunto previste e perfettamente organizzate dai tecnici della nazionale giovanile. Il pugilato è un mezzo per realizzare i propri sogni con i tre elementi indispensabili: sacrificio, costanza e dedizione. «Perché se sei un atleta a metà nello sport, sarai anche un uomo a metà nella vita» la conclusione di Patrizio Oliva.

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