Gianni ClericiSi sono svolti a Roma, lo scorso mese di settembre, i campionati europei master di pallanuoto. La squadra della Europa Sporting Roma ha vinto tutte le partite ma si è dovuta arrendere in finale  agli avversari ungheresi che si sono aggiudicati il titolo continentale con il punteggio di 8 a 5. Nella squadra di Roma erano presenti 3 pallanuotisti molto conosciuti nelle vasche delle zone adriatiche: i due pescaresi Carmine “Luca” Di Fulvio e Alfredo D’Ilario e l’ascolano Gian Vincenzo Clerici. «È dal 2015 che giochiamo con la squadra di Roma, ci chiamano gli adriatici  – dice Clerici -. Abbiamo partecipato a vari tornei master nazionali ed internazionali di pallanuoto ed abbiamo ottenuto spesso buoni risultati. Quest’anno abbiamo perso la finale, ci credevamo ma gli ungheresi sono stati più forti di noi. Sono comunque soddisfatto dell’andamento del campionato e dell’argento che mi porto a casa». Risultato che sono anche il frutto di tanti sacrifici fatti durante la stagione: «La motivazione che mi spinge a superare i sacrifici e la fatica che devo fare per arrivare allenato è dettata dal fatto che mi diverto – evidenzia Clerici -. Ogni volta imparo sempre qualcosa di nuovo ed ho piacere di giocare ancora a buoni livelli. Un altro aspetto molto importante è che durante il periodo del torneo, quando non siamo impegnati a giocare o preparare le partite, con i miei compagni di squadra oltre agli scherzi, alle battute, ed ai ricercati momenti conviviali, viviamo momenti di discussione e confronto sulle varie situazioni personali e sui problemi che ognuno di noi affronta nella vita quotidiana. Insomma, torno a casa sempre con un grande senso di soddisfazione e arricchimento personale».  «La pallanuoto è uno sport speciale, bellissimo e molto formativo – sottolinea lo stesso Clerici – ed è proprio di questi giorni la lettera che il Ct della nazionale Sandro Campagna ha rivolto a studenti, genitori e scuole nella quale, oltre a ribadire l’importanza del praticare sport per comprendere anche la cultura del sacrificio, della fatica, dell’impegnarsi per ottenere un risultato, il commissario tecnico  evidenzia come la pallanuoto sia una disciplina che insegna a faticare in un ambiente non facile, perché ci si Allene e gioca nell’acqua, che non è il nostro elemento. A restare calmi e lucidi, anche quando arriva qualche colpo sott’acqua, ed è anche una metafora perché nella vita i colpi sott’acqua non mancano. E poi, come sostiene Campagna,  in acqua si galleggia e qualche volta si finisce sotto proprio come quando va male un’interrogazione, un esame o succede qualcosa che non vorresti. Ma poi, si torna a galla e si fa pure gol. Praticamente,  c’è tutto il senso del nostro bellissimo sport  ma che purtroppo nella nostra provincia non viene praticato poichè non ci sono squadre e, per favore, non chiedetemi i motivi. Ma consiglio a tutti di fare sport a qualsiasi livello ed a qualsiasi età».

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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