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Non solo Ascoli, ma è tutto il Piceno a perdere abitanti. Basti pensare che dai circa 214mila abitanti del 2010 si è arrivati ora ai 202mila circa del gennaio 2022. E a spopolarsi sono molti comuni. A confermarlo sono i dati ufficiali dell’Istat che, analizzati a dovere, fanno emergere anche un altro aspetto: nel capoluogo piceno, ovvero Ascoli città, il trasferimento dei residenti altrove è solo una causa marginale dello spopolamento, mentre a pesare sono soprattutto i morti in aumento – oltre 700 nel 2020 (anche per il Covid) – e il forte calo delle nascite, inferiori sia nel 2019 che nel 2020 ai 250 nuovi nati (circa 550 abitanti in meno tra morti e nascite). Quindi un calo di abitanti che dipende più da decessi e parti piuttosto che dagli spostamenti. Basti pensare, infatti, sempre dati alla mano, che nel 2020, ultimo dato disponibile su iscrizioni e cancellazioni all’anagrafe per trasferimenti, il saldo negativo per trasferimenti (in entrata e in uscita) ad Ascoli è stato di 159 unità. E il capoluogo è attualmente a 46.029 abitanti (dato Istat aggiornato a marzo 2022).

 

IL VERO PROBLEMA: TROPPE MORTI E POCHE NASCITE. 

Dati, dunque, che certificano come il vero problema da risolvere sia proprio quello legato alla bassa natalità e alla troppo alta mortalità, trattandosi di una popolazione prevalentemente anziana (il 29% ad Ascoli ha sopra 65 anni). Mentre il saldo migratorio, tra chi arriva e chi parte, incide solo in piccola parte, considerando che, comunque, anche ad Ascoli c’è un ricambio. Per fare un esempio concreto, nel 2020 se ne sono andati 974 abitanti di cui 800 andati in altri comuni, 99 andati all’estero e 75 rettifiche anagrafiche, ma a compensare sono arrivati 815 nuovi abitanti, di cui 659 provenienti da altri comuni e 144 dall’estero (più 12 rettifiche amministrative). Con un saldo negativo di 159 abitanti, tra chi se ne va e chi arriva. Solo una piccola parte, dunque, del saldo negativo di popolazione. Inutile, dunque, parlare di trasferimenti in altri comuni che spopolano la città. In realtà, come detto, pesa sempre di più il divario tra nascite e morti, con un saldo negativo in questo caso, sempre nel 2020, pari a circa 550 residenti in meno. In quell’anno i morti sono stati oltre 700, mentre i nati meno di 250.

E’ chiaro, dunque, che anche volendo attivare politiche per trattenere il più possibile cittadini nel capoluogo (così come nel Piceno), in realtà il problema vero è proprio quello dei pochi nati in rapporto ai tanti morti. E questo, aldilà di analisi senza cognizione di causa, lo dicono i numeri, i dati dell’Istat.

NEL PICENO PERSI 12MILA ABITANTI IN 12 ANNI

Se ad Ascoli il dato del calo demografico è sotto gli occhi di tutti, ormai da circa 20 anni, va evidenziato che anche lo scenario provinciale ha perso negli ultimi 12 anni parecchi abitanti. Al primo gennaio 2022, secondo i dati Istat, si registrano complessivamente 202.317 abitanti nella provincia ascolana. Ma nel 2010, ovvero 12 anni fa, i residenti nella provincia di Ascoli erano 214.068. Ovvero quasi 12mila abitanti in più. Poi si è scesi nel 2016 sotto i 210mila (209.450) e da lì un decremento continuo. Nello specifico, andando a spulciare i dati demografici dell’Istat aggiornati al marzo 2022 comune per comune, calano quasi dappertutto gli abitanti. E se Ascoli ha l’impatto più incisivo, col passaggio dai 47.858 abitanti di marzo 2019 ai 46.029 del marzo scorso, su tutti i territori comunali si registrano cali: a San Benedetto, a marzo 2022 si è scesi a 47.003 abitanti rispetto ai 47.290 del marzo 2019; a Grottammare si è a 15.866 abitanti rispetto ai 16.030 di marzo 2019; a Castel di Lama si è a 8.398 residenti rispetto agli 8.567 di marzo 2019; a Folignano si è scesi a 8.830 abitanti nel marzo scorso rispetto ai 9.175 nello stesso mese del 2019.

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