Una tragica fatalità è costata la vita a Simone Ferri, il ventitreenne di Castel di Lama morto giovedì scorso a seguito di un incidente sul lavoro alla Api, l’azienda di profilati di alluminio di Monsampolo dove il giovane lavorava. Da quanto si apprende, sembrerebbe che Simone avesse da poco terminato un intervento di manutenzione sul capannone quando sarebbe salito nuovamente sul tetto per recuperare un telefono cellulare e, per questo motivo, non avrebbe più indossato le imbracature e i disposiztivi di sicurezza. Quello che doveva essere una operazione semplice e veloce, si è invece rivelata fatale: il ventritrenne è precipitato da un’altezza di almeno otto metri riportando traumi e lesioni che non gli hanno lasciato scampo. Nel frattempo, la procura di Ascoli ha aperto un fascicolo affinchè si possa fare piena luce sul tragico incidente. Il reato che al momento sarebbe stato ipotizzato è quello di omicidio colposo e nella giornata di ieri è stato affidato l’incarico al medico legale di eseguire una ricognizione cadaverica approfondita, dopo quella che è stata già eseguita sul luogo della tragedia. Il magistrato non avrebbe ritenuto necessario disporre l’autopsia dal momento che le cause del decesso sono riconducibili ai traumi importanti e lesioni gravi riportate a seguito della caduta. La salma del giovane, al momento, rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria che però, già nella giornata di oggi, potrebbe disporre il nulla osta per la restituzione ai familiari.
su quanto accaduto si registra anche la dura presa di posizione dei sindacati per l’ennesima morte sul lavoro che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza ai familiari della vittima. «Non è tollerabile, è inaccettabile, e siamo stanchi di dover commentare notizie strazianti come questa – dice Barbara Nicolai, segretaria generale della Cgil Ascoli Piceno -. Chiediamo un intervento repentino delle istituzioni affinchè vengano convocate le parti sindacali e la parte datoriale, per avviare un confronto serrato sul tema della sicurezza. C’è troppo da fare, e l’impressione è che si stia andando indietro, non in avanti; e questo è intollerabile».
