Sede Ciip spaA dieci anni dell’affidamento della gestione in house del ciclo delle acque, la Ciip ha presentato ufficialmente il bilancio consuntivo del 2020. Nonostante l’aumento esponenziale dei costi per l’energia elettrica necessaria per il funzionamento degli impianti di soccorso e di sollevamento in grado di garantire l’acqua ai cittadini  in un periodo di crisi idrica che nell’ultimo anno ha sfiorato i sei milioni di euro  e i minori introiti dovuti alla diminuzione dei consumi a causa della pandemia, la società di via della Repubblica chiude un anno difficile con utile di quasi quattro milioni di euro, sebbene inferiore ai risultati positivi registrati negli anni precedenti.
L’azienda guarda con fiducia al futuro e mette in cantiere anche altre iniziative per garantire gli investimenti ed evitare l’aumento delle tariffe. Tra queste anche quella dell’acquisizione di una vasca della discarica dell’Alto Bretta per il trattamento ed il conferimento dei fanghi della depurazione.  «Al momento l’azienda spende circa tre milioni di euro per lo smaltimento dei fanghi della depurazione – spiega Alati – un consiglio di amministrazione che non si pone il problema di abbattere questi costi, non fa il suo dovere».  Nel corso della conferenza è stata anche confermato, dopo due anni di crisi idrica, lo spegnimento degli impianti di soccorso. «Da circa cinquanta giorni gli ascolani stanno bevendo l’acqua del Pescara, ma dubito che se ne siano accorti», ha detto il direttore generale della Ciip, Gianni Celani. Solo in minima parte, l’acqua di Castel Trosino viene ancora utilizzata per le utenze di Folignano e Maltignano. L’acqua dei Sibillini è tornata a a sgorgare dai rubinetti del Piceno grazie alle sorgenti di Capodacqua e Pescara che nel corso del 2020 hanno aumentato la loro portata.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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