panorama Ascoli dall'AnnunziataLa recente segnalazione dell’Arengo alla Regione dell’area a rischio dissesto in via Porta Tufilla riporta l’attenzione su tutte quelle zone della città soggette a frane, smottamenti o dissesti. Criticità che tornano ad affiorare, ogni tanto, per ricordare che in alcune zone del territorio ascolano, a cavallo del fiume Tronto, frane e dissesti sono sempre in agguato. Tanto da rappresentare un problema da monitorare e tamponare costantemente, per scongiurare il peggio. Si aggiorna costantemente, dunque, la mappa della città a rischio dissesti, frane e smottamenti.

 

L’individuazione della nuova area a rischio nella zona vicina a Porta Tufilla, in pieno centro storico, rappresenta solo l’ennesimo puntino nella grande mappa delle aree a rischio dissesti in città. Basti pensare che, nel corso degli anni e fino ad arrivare ad oggi, molteplici sono state le richieste avanzate dall’Arengo (di cui diverse andate a buon fine) per l’inserimento di zone con frane o smottamenti che potrebbero mettere a rischio la pubblica incolumità. L’elenco, infatti, è nutrito e comprende tra gli altri, la zona delle Caldaie, proprio di fronte al ponte di Cecco, ma anche tutta la zona sotto lo stadio che si affaccia sul fiume. Così come figurano le zone di Poggio di Bretta, quella sul Tronto tra via Rovereto e via Asiago a Campo Parignano e l’area forse maggiormente critica – anche a seguito del terremoto – di via Po, lungo il costone che si affaccia sul torrente Chiaro. Oltre, ovviamente alla nuova area di via Porta Tufilla in attesa di inserimento. Ma tra le zone inserite nel Pai per il rischio dissesti figurano altre zone che hanno già avuto in passato anche la definizione di progetti per la messa in sicurezza: si tratta dell’area sul Tronto nel tratto tra l’area in pieno centro di San Pietro in castello e la chiesa di Santa Maria intervineas, della zona di Brecciarolo e di via Adriatico, sopra il Castellano.

 

Oltre alle aree a rischio dissesto per le quali l’Arengo si è mosso, negli anni passati e fino ad ora, per l’inserimento nel Piano di assetto idrogeologico del fiume Tronto, con la connessa individuazione del grado di rischio, ci sono altre zone che sono finite sotto attenzione anche da parte del precedente commissario per il terremoto, Farabollini, dopo l’effettuazione della microzonazione sismica. Proprio con un’ordinanza, l’allora commissario, infatti, aveva disposto di attenzionare le aree di Monterocco (sopra il cimitero), San Salvatore-Monteverde e il versante tra il raccordo dell’Ascoli-Mare e il torrente Castellano all’altezza del parcheggio di Porta Torricella. Infine, è stata in passato monitorata, con Indagini geomorfologiche, anche la zona a rischio tra il quartiere di San Filippo e Giacomo e la circonvallazione nord.

 

Sul fronte degli interventi, il sindaco Fioravanti e l’assessore ai lavori pubblici Marco Cardinelli stanno monitorando costantemente il  territorio comunale e inoltrando gradualmente le varie richieste di inserimento nel Pai di tutte le aree a rischio dissesto e dove si individuano criticità. Un’attività fondamentale per poter accedere agli eventuali finanziamenti finalizzati a sbloccare interventi importanti di messa in sicurezza. Interventi molto costosi che richiedono specifici fondi. Nel frattempo, si sono sbloccati alcuni interventi in zone in dissesto come quelle del complesso Le Terrazze, sopra il ponte di San Filippo, di Porchiano e di San Giuseppe nella frazione di Mozzano, con i lavori pronti a partire.  Nel frattempo, attraverso l’Anas, sono previsti anche l’importante intervento di messa in sicurezza della circonvallazione nord e i lavori nella frazione di Tronzano, già finanziati. Mentre in via Mameli si era già intervenuti a più riprese dopo il terremoto.

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