Coronavirus 2“Secondo il recente rapporto Inail – scrive in un comunicato la società specializzata Rödl & Partner – appena presentato, i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai superato la soglia dei 131.000 casi. In questo scenario le Marche con 2.821 casi rappresentano il 2,2% degli infortuni sul totale nazionale, di questi 1.992 sono donne (71%), mentre 829 (29%) sono uomini. La provincia di Ancona, dove si registrano 944 casi è quella più colpita. Nella provincia di Ascoli si registrano 198 casi (che rappresenta il dato più basso in regione), di cui 125 donne e 73 con un’incidenza del 6,9 % sul dato regionale”.

Una lettura del report e del suo trend crescente la forniscono gli esperti legali della società che osservano come nel rapporto azienda e lavoratore in materia di Covid vi sia un aspetto di criticità nel rapporto con le ATS, Agenzie di Tutela della Salute: “L’impasse – spiega l’avvocato Irene Pudda di Rödl & Partner, esperta in privacy & labour compliance – è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’ATS le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’ATS che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena. Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti”.
“Tuttavia non si può fare diversamente – chiarisce l’avvocato Pudda  – La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione”.

Nel dettaglio della rilevazione dell”Inail nelle Marche le denunce di infortunio causa Covid-19 sono per il 33,5% dei casi localizzate nella provincia di Ancona con 944 infortuni, seguita da quella di Pesaro-Urbino con 888 casi (31,5%), Macerata con 569 (20,2%), Fermo con 222 casi (7,9%) e infine Ascoli Piceno con 198 casi (6,9%).

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