abbigliamento-negozioIl commercio ascolano reagisce, per quanto possibile, agli effetti devastanti dell’emergenza Covid (che vanno ad aggiungersi a quelli provocati dal terremoto). A confermare questa voglia di sfidare la pandemia sul fronte commerciale ci sono i dati ufficiali del Suap, ovvero lo Sportello unico per le attività produttive, dell’Arengo, che evidenziano informazioni statistiche inimmaginabili.  Per la precisione, nel periodo da marzo a dicembre 2020, ovvero dall’inizio dell’emergenza pandemica, sono state 56 le richieste di apertura di nuove attività di negozi o attività al dettaglio, rispetto ad un totale di 29 chiusure. Mentre sono stati 16 i subentri. Minori, invece, le nuove aperture in un settore forse già saturo come quello del “food”, tra bar e ristoranti: solo 8 sono state le nuove aperture rispetto ad un totale di 20 chiusure e 8 subentri. Dati che, aldilà della statistica, evidenziano un’importante volontà di resistere alle difficoltà, sul territorio, cercando di provare ad alzare nuove serrande commerciali.  Le 56 richieste di apertura di nuovi negozi (sia di beni alimentari che non alimentari, ma escludendo la somministrazione) inoltrate proprio in un periodo terribile come quello da marzo a dicembre scorsi, vanno lette, dunque, molto positivamente. A fronte, purtroppo, di 39 ditte che, invece, non sono riuscite ad evitare di abbassare le serrande. Anche se, dal punto di vista statistico, il numero di attività chiuse potrebbe anche essere superiore considerando che, a volte, chi chiude non lo comunica all’Arengo. C’è poi il discorso dei subentri, nello stesso periodo di riferimento, che rappresentano comunque un segnale di continuità importante. C’è chi molla, ma anche chi si fa avanti sfidando pure il Covid.

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