9FE2BDA7-D898-4CA6-B057-67FC53197C45Il prossimo lunedì sarà il 24 agosto. Saranno trascorsi 4 anni da quel maledetto mercoledì del 2016 quando la terra, alle 3.36, tremò per tanti, instancabili secondi, portandosi via vite, sacrifici, progetti di vita, sogni, ricordi. Portandosi via Arquata del Tronto e le sue frazioni. Tanti ad Arquata i hanno perso fratelli, figli, nipoti, genitori, nonni e zii. Hanno perso case, attività, lavoro. Sono passati quattro anni e tutto è rimasto quasi come prima. Arquata del Tronto non c’è più, come Pescara del Tronto: entrambe rase al suolo. Tanti morti. Tanti danni a Capodacqua, Faete, Colle e Spelonga. Pretare e Piedilama sono un cumulo di macerie con tante abitazioni ancora da demolire. I lavori sono fermi. Di ricostruzione manco a parlarne. Intanto sono tanti quelli che hanno comprato casa ad Ascoli o in vallata. Alcuni scioccati dal sisma interminabile con le scosse del 30 ottobre si sono trasferiti in riviera. Tante promesse, chiacchiere e pacche sulle spalle. Di concreto poco o nulla. La Fondazione La Stampa ha costruito la scuola a tempo di record. Un gioiello. Bella e confortevole, attrezzata di tutto. Diego ed Andrea Della Valle hanno aperto un opificio per la produzione delle scarpe dando lavoro. Poi quasi nulla o poche cose. In quattro anni gli arquatani hanno visto tutti i presidenti del Consiglio dal 2016 ad oggi, il presidente della Repubblica Mattarella, Papa Francesco, svariati ministri, il presidente della Cei, notabili vari e tantissimi politici locali e regionali. Promesse tante, case costruite zero. Molti anziani nel frattempo sono morti ed il pericolo che questi borghi antichi e pieni di vita spariscano è concreto. I giovani difficilmente torneranno. Lungaggini burocratiche e  poca competenza dei vari commissari alla ricostruzione hanno fatto e stanno facendo il resto. aq3E gli arquatani vivono nelle casette, strutture provvisorie, anguste, umide e poco confortevoli. La desolazione regna sovrana. Tra le tante magagne, per fare un esempio, quella dell’albergo Camartina nell’omonima frazione. Sì, quello famoso per le tagliatelle alla trota. Ci campavano stagionalmente 5 famiglie, ma ora è chiuso e deve essere demolito e ricostruito. Tutto fermo, come tante altre case di Camartina. Continuano ad arrivare le bollette di luce, acqua e gas… Il che denota una burocrazia ottusa. Nei giorni scorsi gli arquatani hanno chiesto lo stop a ulteriore passerelle in vista delle elezioni regionali. Altri comuni di zone non colpite dal sisma hanno preso soldi per piste ciclabili  e Arquata del Tronto ed il suo territorio sono sempre più abbandonati. aq12Ieri l’altro eravamo a Borgo d’Arquata e un amico che ci ha offerto un caffè ha detto: “A Genova hanno rifatto il ponte a tempo di record, orgoglio dell’Italia, e noi sono 4 anni che aspettiamo… siamo italiani di serie B”. Lunedì 24 agosto saranno trascorsi 4 anni dal funesto terremoto e non è cambiato quasi nulla.

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