Una folla commossa si è riversata questa mattina nella chiesa del villaggio Sae di Borgo1 ad Arquata per dare l’ultimo saluto a Valerio Amatizi, il ventiseinne ascolano morto  la notte di Capodanno sul Colle San Marco a seguito di una caduta mentre cercava di spegnere un principio d’incendio provocato dai fuochi d’artificio accesi per salutare l’arrivo del nuovo anno. Questo gesto di generosità è stato al centro dell’omelia del parroco don Nazzareno Gaspari. «Valerio è morto facendo un gesto di altruismo; avrebbe potuto lasciare stare, ma non lo ha fatto perché la ricerca del bene comune è stata in lui più forte come sempre è stato nella sua vita» ha detto il sacerdote. Centinaia le persone che hanno tributato l’ultimo saluto ad Amatizi, tra cui i sindaci di Arquata Aleandro Petrucci e di Ascoli Piceno Marco Fioravanti. Petrucci ha voluto ricordare Valerio, la cui famiglia è originaria della frazione di Capodacqua, evidenziando il suo impegno  per salvare la vita ai suoi compaesani rimasti sotto le macerie del terremoto del 2016.  Dalla Sierra Leone dove si trova in missione, il vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni D’Ercole, ha inviato un messaggio di vicinanza e di cordoglio ai familiari di Valerio: alla mamma Egizia, al fratello Matteo e alla fidanzata Ilenia. La salma è stata tumulta nel cimitero di Capodacqua.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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