L’Arengo ricorre contro il Ministero di giustizia per recuperare 1,2 milioni spesi per il Tribunale

L’Arengo ora si ritrova a dover ricorrere alla carta bollata per cercare di recuperare somme che, secondo l’Ufficio legale, spetterebbero all’ente comunale ascolano. E lo scontro legale è con il Ministero della giustizia. La questione è quella dei contributi spettanti ai Comuni per le spese sostenute legate all’attività giudiziaria (per il Tribunale) e non ancora pagati all’Arengo dal 2006 al 2015, per un ammontare di oltre 1,2 milioni di euro. Cifra che ora si cerca di recuperare tornando nuovamente davanti al Tar Lazio.

 

Sul fronte dei contributi per la gestione delle spese per la giustizia, sostenute in passato dal Comune per la manutenzione del Tribunale, l’Arengo torna a sollecitare il Tar Lazio dopo una sentenza arrivata nel giugno scorso con cui i giudici amministrativi intimavano al Ministero del guardasigilli di versare al Comune ascolano le somme dovute e mai versate per gli anni dal 2006 al 2015 relative alle spese per i locali giudiziari Spese che venivano obbligatoriamente assegnate ai Comuni per poi essere rimborsate.  Teoricamente, il Ministero per la normativa dovrebbe versare il contributo in due rate: una in acconto e pari al 70% all’inizio dell’esercizio finanziario e l’altra a saldo entro il 30 settembre successivo. I Comuni devono effettuare la richiesta al Ministero entro il 15 maggio di ogni anno. Dal 2015 in poi, invece, le spese sono state trasferite direttamente al Ministero stesso. Fatto sta che nel periodo dal 2006 fino al 2015, i contributi all’Arengo non sono mai stati pagati. Fino ad arrivare ad una somma pari a 1.292.099,19 euro. Non avendo il Ministero adempiuto, nonostante una diffida degli uffici comunali, nel 2017 il Presidente del consigli dei ministri ha unilateralmente determinato che il contributo fosse ridotto caricando in parte le spese ai Comuni. Di fatto, per l’Arengo era stato previsto un contributo complessivo di 329.787,79 euro da corrispondere in 30 rate annuali. In altre parole, una beffa. L’Amministrazione comunale, però, decideva di ricorrere ritenendo illegittimo il provvedimento. Il Tar del Lazio, come detto, nel giugno scorso si è espresso accogliendo il ricorso del Comune ma sollecitando il ministro di giustizia, e non il Presidente del consiglio dei ministri, a deliberare sbloccando il pagamento della somma spettante all’Arengo. Lo scorso 14 ottobre, dopo qualche mese di silenzio, il Comune ha diffidato il Ministero ad adottare entro 15 giorni gli atti per il rimborso del contributo. Di fronte all’ennesimo silenzio assordante, ecco ora il nuovo ricorso al Tar del Lazio.

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