L’asta per l’acquisto di Palazzo Colucci, area esterna inclusa, è andata deserta

Nessuno si è fatto avanti per acquistare Palazzo Colucci. L’asta, programmata dal Demanio per lo scorso 19 novembre per vendere lo storico complesso a due passi dal centro, è andata deserta. Nessuno ha ritenuto di presentare un’offerta per aggiudicarsi l’immobile e la connessa area esterna con giardino e parcheggio che tra l’altro prevede un possibile uso residenziale, commerciale, per terziario o per pubblici uffici. E adesso la palla torna nelle mani dell’Agenzia del demanio, in quanto proprietaria dell’edificio e delle aree di pertinenza per decidere se andare avanti con una nuova asta e, nel caso, andare a ritoccare il valore di partenza che era stato individuato in circa 2,1 milioni di euro (per la precisione 2.107.000 euro). Sta di fatto che resta ancora un grosso punto interrogativo su quello che potrà essere un futuro utilizzo di un complesso che potrebbe avere per la città un ruolo strategico e importante. Basti pensare che decenni fa si era ipotizzato anche di realizzarvi un parcheggio ad uso pubblico, mentre per tanti anni e fino al terremoto hanno operato in quell’edificio gli uffici tecnici dell’Arengo.

 

Nessuna offerta, come detto, è pervenuta per Palazzo Colucci sul tavolo del notaio banditore, Flavia De Felice, a San Benedetto, entro i termini previsti per la presentazione del 15 novembre. Di conseguenza lo scorso 19 novembre l’asta è andata deserta. E quindi questa procedura, che prevedeva un importo a base d’asta di 2.107.000 euro e con possibili rilanci di 21.078 euro, si è conclusa con un nulla di fatto. Dal punto di vista procedurale, dunque, ora toccherò al Demanio, in qualità di proprietario, definire come procedere per il futuro del complesso Colucci. Se con una secondo tentativo di aggiudicazione all’asta o con una diversa strategia. Quel che è certo è che ha una storia importante come punto di riferimento per la vita cittadina. E’ stato realizzato nel XVI secolo ed è passato allo Stato nella metà del secolo scorso. Negli anni successivi è stato utilizzato, come detto da amministrazioni pubbliche fino al 2016, anno in cui l’immobile è stato in gran parte liberato a seguito del terremoto. Il complesso in questione, è stato come detto sede per anni degli uffici tecnici comunali.

 

Sulla base di come si evolverà la procedura per l’alienazione di Palazzo Colucci, considerato che l’immobile è stato inserito nel programma dei beni del Demanio da cedere, si potrà capire anche quale evoluzione potrebbe avere tutta quell’area nevralgica per la città. Perché si tratta di un complesso che potrebbe incidere anche sullo sviluppo futuro di quella parte di città che è parte integrante del centro storico. Il valore del complesso, che include l’ampio giardino, come detto è stato fissato come base d’asta in 2.107.000. La porzione da mettere sul mercato è costituita da due corpi di fabbrica adiacenti e comunicanti con un’ampia area scoperta di pertinenza, più un ulteriore fabbricato ad uso garage di ridotte dimensioni. La superficie lorda è di 2.945 metri quadrati con 8.600 metri quadrati di superficie scoperta». Gli usi ammessi, come detto, possono essere residenziale, commerciale, terziario, servizi pubblici. La principale porzione, costituita da fabbricati storici realizzati in pietra naturale, è attualmente agibile e può essere nel complesso considerata in normale stato di conservazione, anche in considerazione della vetustà del bene e del suo avvenuto utilizzo fino ad epoca recente. La porzione resa inagibile dal sisma è stata oggetto di un intervento di messa in sicurezza che l’ha interdetta a terzi ed ha interessato la facciata sul lato di via Alamanni ed il relativo angolo su corso Mazzini. L’area scoperta, invece, viene definita «in buono stato di conservazione».

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