Turismo, ecco i dati 2018: ad Ascoli 8000 arrivi in più, ma ogni visitatore resta solo 2 giorni

Col cambio di metodo per il calcolo, a livello regionale, calano le presenze turistiche ad Ascoli, secondo i dati relativi al 2018. Il riscontro pubblicato dalla Regione Marche, con riferimento all’anno precedente, fa registrare un netto ridimensionamento – dovuto a precedenti disguidi legati alla comunicazione ed elaborazione dei dati – dalle presunte 117.004 presenze del 2017 alle 78.574 in meno dello scorso anno. Con gli arrivi, invece, che nel 2018 sono stati 35.946 e, quindi, più dei 27.911 calcolati nel 2017. Quindi circa 8.000 visitatori in più. Fatto sta che, proprio a causa della inesattezza delle informazioni arrivate alla Regione ed elaborate, Ascoli si trova di fatto ben al di sotto dei 100.000 pernottamenti. E se per assurdo, se secondo il dato del 2017 ogni visitatore ad Ascoli avrebbe pernottato in media per 4 notti, con il nuovo dato risulta che ogni turista si è fermato in città, in media, solo per due notti. Un riscontro che riporta, quindi, alla difficoltà reale di trattenere i visitatori in città per più di un week end o, comunque, per più di 48 ore.

 

Con la pubblicazione dei dati ufficiali relativi all’intero anno 2018, da parte della Regione, si può dire che, di fatto, si scatta una fotografia più attendibile rispetto allo scenario turistico relativo alla città per quel che riguarda l’aspetto ricettivo e, quindi, la permanenza dei visitatori da queste parti. A parlare sono i numeri che, dopo un evidente cambio di passo dal punto di vista della raccolta ed elaborazione delle informazioni, evidenziano un netto calo rispetto ai numeri relativi agli anni precedenti che andavano ben oltre le 100.000 presenze e addirittura si era arrivati anche intorno alle 200.000 presenze, ma in realtà solo sulla carta. Al 31 dicembre dello scorso anno, invece, i visitatori della città (come detto in aumento di circa 8.000 unità) sono rimasti in media solo 2 giorni, per un totale di 78.574 presenze. E sopra il capoluogo piceno, a livello provinciale, ci sono ovviamente San Benedetto, con 749.954 presenze (comunque in calo rispetto alle 795.230 del 2017) a fronte di 172.770 arrivi (rispetto ai 159.241 dell’anno precedente), poi Grottammare con 260.102 presenze e Cupra Marittima con 214.619 presenze, ovvero le località di villeggiatura balneare. Del resto, il problema di Ascoli resta quello della ricettività, considerando che, comunque, le città d’arte (anche quelle più blasonate) orbitano proprio per tipologia attorno ad una media di massimo 3 notti per ogni visitatore.

 

E’ chiaro, a questo punto che, aldilà dell’effetto terremoto che ha in ogni caso colpito duramente il sistema turistico ascolano, se negli anni passati si sono fatti voli pindarici, sulla carta, commentando e analizzando dati non aderenti alla realtà dei fatti, ora bisognerà ripartire con i piedi per terra per avviare una strategia territoriale che possa andare verso un effettivo salto di qualità. L’obiettivo deve essere, dunque, ripartire dal dato realmente positivo che è quello degli arrivi che, seppur trattandosi di numeri ancora molto contenuti rispetto alle località che davvero campano di turismo, possono rappresentare un piccolo segnale, quello dei circa 8000 visitatori in più arrivati ad Ascoli lo scorso anno rispetto all’anno precedente. Pur considerando che il 2017 era ancora nel pieno effetto negativo del terremoto.

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