Centro direzionale, all’inizio del 2020 sblocco dei cantieri per uffici, case e negozi

Sembra ormai arrivato il momento di aprire i cantieri del Centro direzionale, ovvero tutta una serie di insediamenti che dopo decenni di attesa dovrebbero sbloccarsi già a partire dal 2020. A tal proposito, sulle scrivanie dei tecnici dell’Arengo sono arrivate le osservazioni (in realtà molto poche) al Piano attuativo che ridisegna il futuro di tutta la zona tra la stazione ferroviaria e l’edificio che ospita l’Automobil club, all’altezza dell’incrocio con via Murri e adesso la strada per aprire formalmente le porte ai possibili cantieri si tratterà di presentare le controdeduzioni per poi portare tutto il faldone sul tavolo del sindaco e della giunta per arrivare, presumibilmente all’inizio del 2020, all’approvazione definitiva della pratica. Da lì, poi, si potranno sbloccare gli interventi.

 

La conferma arriva dal vice sindaco con delega all’Urbanistica, Giovanni Silvestri, che vede ormai in discesa il percorso che dovrebbe portare nella zona in questione nuove abitazioni, uffici e negozi (sempre se i privati interessati decideranno di investire). «Sono pervenute le osservazioni – spiega Silvestri – ed ora siamo davvero alla fase conclusiva della procedura. Si tratterà di produrre le osservazioni per poi arrivare, finalmente, all’approvazione in giunta». Lo sblocco del Centro direzionale, dunque, arriverà quasi una trentina di anni dopo rispetto a quando fu concepito, ovvero agli inizi degli anni ’90. Una zona che, di fatto, è rimasta “congelata” – anche con lo zampino immancabile del terremoto – per tanti anni ed ora è pronta ad uscire dal freezer dell’iter urbanistico.

 

Un quartiere nel quartiere. E’ questo, in estrema sintesi, il Piano relativo al Cento direzionale, a Porta Maggiore, che dovrebbe portare nuovi interventi per circa 60.000 metri cubi. Come da indicazioni precise emerse dal nuovo Piano regolatore, rispetto al vecchio Piano del 2004 per il Centro direzionale si punterà molto di più sull’edilizia residenziale e meno sul direzionale e commerciale. E questo anche alla luce del tentativo fallito, nel passato, di riuscire ad avere un più consistente insediamento di uffici. Le zone interessate dagli interventi saranno cinque, con la . la possibilità di edificare o ampliare le volumetrie esistenti (come nel caso della palazzina che ospita l’Aci).  Per la prima zona, si consentirà di costruire appartamenti (quindi solo edilizia residenziale) per complessivi 10.724,60 metri cubi, Nella seconda zona, invece, sono previsti 3.300 metri cubi utilizzabili in maniera mista sia per abitazioni che per uffici e negozi. Per la terza zona, con volumetrie edificabili pari a 20.500 metri cubi, si prevede un insediamento residenziale per 5.500 metri cubi cui si potranno affiancare 8.500 metri cubi di uffici e negozi e altri 6.500 metri cubi per attività alberghiero-ricettive-commerciali. Nella quarta zona, invece, con volumi edificabili pari a 21.000 metri cubi, si consentirà di costruire 15.000 metri cubi a destinazione residenziale, 2.000 metri cubi per spazi direzionali, ovvero uffici, e 4.000 metri cubi per le attività commerciali. Infine, la quinta zona potrà includere 6.000 metri cubi a destinazione mista residenziale, direzionale e commerciale.

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