Un Ascoli solido e con una propria identità. Solo i cambi non convincono

L’Ascoli di quest’anno, partita dopo partita e aldilà dei risultati, sta dimostrando di essere una squadra di categoria, solida, con i giusti equilibri in campo e una propria identità e in grado di giocare, quando vuole, con baricentro alto e personalità nell’imporre il proprio gioco. Una squadra tosta e di livello che con l’approccio mentale giusto riesce a imporre ritmo e tempi di gioco contro qualunque avversario.

E’ questo l’Ascoli che si è visto anche a Foggia, contro una squadra in serie positiva e molto carica. Eppure a gestire la partita sono stati i bianconeri, pagando qualche incertezza in più in difesa rispetto alle precedenti due partite (a Salerno e in casa con la Cremonese) quando il pacchetto arretrato è sembrato inossidabile. Stavolta, in realtà, si è sicuramente sentita la mancanza di D’Elia a sinistra (oltre a un’incertezza di Perucchini sul primo gol subìto), ma per il resto la squadra ha imposto il proprio gioco, è prima passata in vantaggio e poi ha rimontato lo svantaggio recuperando psicologicamente anche Ganz che ha riacquisito tempismo e posizione ed ha ritrovato il gol. Nel secondo tempo ha dominato lasciando al Foggia solo lo spazio di un’azione, quella che purtroppo è costata la rete del 3-2. Con una sconfitta del tutto immeritata che, però, deve servire ad acquisire anche la giusta cattiveria per gestire meglio il risultato.

Un solo appunto al mister: i cambi. Perché toccare gli equilibri in campo quando stai dominando? Addae, Beretta e Ganz stavano comportandosi bene e i padroni di casa erano in difficoltà. Se poi i cambi sono dettati da una questione di stanchezza, perché mettere ancora Baldini a sostituire la punta per la seconda volta in due partite, perdendo consistenza in avanti proprio quando serviva un finalizzatore pronto a raccogliere i traversoni in area nel finale della gara? Perché togliere le due punte che si stavano muovendo bene per inserire Rosseti tutto spostato sulla fascia (che non svaria come Beretta creando spazi) e Baldini che non è un attaccante. Specie quando c’è un gol da recuperare, perché togliere una punta e inserire un centrocampista, specie quando c’è da buttare la palla dentro, perdendo riferimenti in avanti? (La stessa cosa che si è verificata domenica scorsa con la Cremonese).

Ma aldilà di qualche piccola sbavatura e di una gestione dei cambi non sempre inappuntabile,vedere una squadra da serie B che riesce a mettere in difficoltà chiunque, spigliata nel gestire la palla e sufficientemente quadrata in difesa, non può che ispirare ottimismo.

 

Share Post
Written by

Direttore responsabile della Gazzetta di Ascoli Giornalista professionista e scrittore

No comments

LEAVE A COMMENT