Terremoto, il Governo scala dai contributi per l’Arengo i soldi dell’assicurazione

Dopo i danni del terremoto, per Palazzo Arengo arriva anche la beffa e ora l’ente decide di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale contro il commissario di Governo per la ricostruzione post-terremoto vedendosi sulla carta decurtato di oltre 5 milioni di euro il contributo complessivo dello Stato per gli interventi post sisma già approvati. Motivo del contendere, infatti, è l’ordinanza dello scorso 15 dicembre (pubblicata il 18 gennaio) del  commissario straordinario De Micheli, per la parte in cui si dispone che “il contributo per gli interventi inseriti nei programmi approvati e ammessi a contributo sarà erogato al netto dell’indennizzo assicurativo percepito per le stesse finalità”.

 

In parole povere, dal contribuito complessivo previsto per l’Arengo, a seguito di tutti gli interventi eseguiti o da eseguire per i danni del sisma, lo Stato si tratterrà una somma pari alla copertura già garantita dall’assicurazione del Comune. Somma che, come noto, supera i 5 milioni di euro. E questo significa, in termini pratici, che l’aver stipulato l’assicurazione contro i danni dal terremoto o meno non cambia nulla, considerando che quello che rimborserà l’assicurazione sarà scalato dal contributo che concederà la Protezione civile. Un discorso che secondo logica non fa una grinza, se si pensa che, di fatto, la scelta è quella di non vedere l’ente risarcito due volte per gli stessi interventi, ma questo sancisce anche l’inutilità a tutti gli effetti di accollarsi un premio assicurativo anche pesante per la copertura contro il terremoto, considerando che poi i danni li risarcirebbe – stando all’ordinanza – lo stesso Stato.

 

Fatto sta che ora il muro contro muro finisce davanti al Tar di Ancona, con l’Amministrazione comunale ascolana che ha deciso di proporre ricorso per l’annullamento – previa sospensiva – dell’ordinanza del commissario governativo per la ricostruzione pubblicata, come detto, lo scorso 18 gennaio. Un’ordinanza che al comma 1 dell’articolo 5 esplicita il concetto del mancato contributo al Comune per quei costi legati agli interventi post terremoto che risultano già essere stati indennizzati dalla compagnia assicurativa. E poi nei meandri dei vari commi successivi ci si inoltra in una serie di disposizioni che vanno a prevedere le varie casistiche, come ad esempio al comma 3, dove si dice che la riduzione del contributo previsto in base all’indennizzo assicurativo o ad altri contributi ottenuti per quegli stessi interventi ma già percepiti alla data di presentazione del progetto esecutivo. Resta da capire, a questo punto, come andrà a finire questo scontro legale tra l’Arengo e il commissario governativo. Considerando, comunque, che oltre ad un ricorso in proprio, il Comune ascolano si aggregherà anche agli altri enti marchigiani che proporranno un ricorso collettivo per analoghi motivi. Va ricordato che, per la precisione, l’indennizzo garantito dalla compagnia assicurativa per il patrimonio comunale danneggiato dal sisma era stato definito in 5.560.000 euro.

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