Arrivano ad Ascoli per lavoro e lasciano in strada i sacchetti coi rifiuti

Incredibile ma vero: c’è gente che ogni giorno o quasi, arrivando ad Ascoli per motivi di lavoro o per altri motivi, si porta dietro il proprio sacchetto dei rifiuti per poi depositarlo dovunque capiti, nel capoluogo piceno, al fine di risolvere così ogni problema di raccolta differenziata nel proprio comune di provenienza e scaricando, invece, l’effetto negativo della cosiddetta “sacchettopoli” su Ascoli-città. Se già c’erano dei sospetti – a fronte di precedenti riscontri – e delle indicazioni che facevano pensare a fenomeni che potremmo ironicamente definire migratori, ora la conferma arriva dalle ultime verifiche sul conferimento dei rifiuti dopo la festività dell’Immacolata, quando gli operatori hanno individuato moltissimi sacchetti di altre aziende che gestiscono la raccolta differenziata in città vicine ad Ascoli. Tra questi, molti sono quelli forniti dalla Picenambiente e qualcuno anche della Poliservice, società che si occupa del ciclo dei rifiuti nel Teramano.

Affiora, dunque, il fenomeno dei “rifiuti da viaggio”. E’ la scoperta fatta dagli operatori di Ecoinnova, la società che si occupa della gestione del porta a porta ad Ascoli, durante i controlli effettuati subito dopo la festività dell’Immacolata lungo le strade dei vari quartieri cittadini. Una scoperta che conferma come molte persone che arrivano ad Ascoli quotidianamente per lavoro si portino addirittura dietro i sacchetti dei rifiuti da smaltire per poi gettarli in strada proprio nel capoluogo piceno, ad alimentare le già presenti mini-discariche abusive che spuntano come funghi in diverse zone della città. Un fenomeno che ora si sta cercando di arginare con controlli più minuziosi anche per cercare di individuare documenti o altri elementi che consentano l’individuazione degli autori di questi conferimenti scorretti che arrivano da fuori città. Per poi arrivare a sanzionarli e cercare di stoppare, una volta per tutte, questi sacchetti “in viaggio” da altri comuni. In pratica, prende corpo e consistenza l’ipotesi di questi viaggi del sacchetto da altri comuni o addirittura altra provincia fino al capoluogo piceno, con l’obiettivo di aggirare il problema della raccolta differenziata nel territorio di provenienza e di scaricare quindi ogni effetto negativo su Ascoli. E questo sarebbe, secondo le interpretazioni e le ricostruzioni degli operatori, strettamente legato alla presenza di tanti pendolari che ogni giorno, dai comuni vicini, arrivano in città per lavorare e ne approfittano per portarsi dietro i propri rifiuti e conferirli lungo le strade e vie ascolane.

Questo sistema di smaltimento dei rifiuti che passerebbe da un territorio all’altro, in realtà, è una degenerazione – con il passaggio al porta a porta totale – di un fenomeno che, di fatto, esisteva già ma che in precedenza veniva meglio occultato grazie alla presenza in strada, in molti quartieri cittadini come Porta Maggiore o Monticelli, dei vecchi cassonetti. In pratica, già in quei cassonetti sarebbero finiti diversi rifiuti provenienti da fuori del territorio ascolano, anche dai comuni più vicini dove qualcuno, anziché fare la raccolta differenziata, preferiva più semplicemente portarsi dietro i sacchetti per poi abbandonarli in territorio ascolano. Ma questo, ovviamente, non deve costituire un alibi per giustificare la presenza ancora di molti sacchetti conferiti erroneamente in città, considerando che la maggioranza resta comunque legata a comportamento non corretti da parte di cittadini ascolani.

 

 

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