Post sisma, contributi a fondo perduto per le imprese che investono. Domande entro maggio

Il Piceno prova a risollevarsi, ormai a due anni e mezzo dal terremoto che ha messo in ginocchio non solo tante famiglie, ma anche l’economia locale. E adesso, il prossimo appiglio per le aziende di qualsiasi settore – piccole, medie o grandi che siano – è rappresentato dal bando della Regione che scadrà il prossimo 31 maggio e che mette sul piatto della bilancia, per chi ha investito o intende investire nelle aree colpite dal sisma, contributi a fondo perduto. Il tutto con una dotazione complessiva di 21,7 milioni di euro. Una possibile boccata di ossigeno per chi si è rimboccato le maniche e ha cercato di tenere duro dopo aver superato le scosse telluriche e il desolante scenario del giorno dopo. Anzi, dei mesi dopo. L’avviso, che in realtà inizialmente sarebbe scaduto ad aprile, è stato prorogato fino alla fine di maggio proprio per consentire a tutte le imprese, negozi inclusi, di provare a riprendersi investendo sul proprio futuro con un supporto regionale – sulla base di apposito decreto con fondi post sisma – pari al 50% dei costi sostenuti o da sostenere, senza alcun interesse.  Adesso, dunque, restano circa due settimane a disposizione per cogliere l’occasione.

 

L’avviso pubblico regionale parla chiaro e prevede, come detto, la concessione di contributi in conto capitale alle imprese che realizzino o abbiano realizzato, a partire dal 24 agosto 2016, investimenti produttivi nelle aree colpite dal sisma. Il fondo disponibile, con le prime richieste già possibili dallo scorso mese di marzo, è di 21,7 milioni di euro, di cui 5.859.000 euro per le imprese con meno di 5 dipendenti e con un fatturato annuo fino a 1 milione di euro. I potenziali beneficiari di questi contributi sono le imprese che realizzino o abbiano realizzato a partire da dopo il 24 agosto 2016 investimenti produttivi nell’area del cratere sismico nelle Marche.

 

I contributi verranno concessi a fondo perduto in conto capitale a fronte dell’effettuazione di nuovi investimenti produttivi, anche finalizzati alla realizzazione di nuove unità produttive o all’ampliamento di unità produttive esistenti. I costi ammissibili a contributo devono riferirsi a specifici acquisti o attività. In ogni caso, i programmi di investimento devono riguardare unità produttive in un comune del cratere, prevedere spese ammissibili che vadano da un minimo di 20.000 euro ad un massimo di 1,5 milioni di euro e devono essere realizzati entro 18 mesi dal provvedimento regionale di concessione dell’agevolazione.

Entro il prossimo 31 maggio le imprese di ogni settore, incluso il commercio, con sede nelle aree colpite dal terremoto, possono presentare la domanda per contributi a fondo perduto fino al 50% dei costi per gli investimenti realizzati. I progetti verranno valutati sulla base di criteri con punteggio maggiore per aziende che hanno subìto danni diretti dal sisma, chi prevede un incremento occupazionale grazie all’investimento, la rilevanza patrimoniale dell’investimento, la dimensione dell’impres e il possesso del rating di legalità. Le domande ammissibili saranno finanziate, a seguito dell’emanazione di apposito provvedimento di concessione, entro 60 giorni dalla fine dell’istruttoria e fino al raggiungimento dello stanziamento disponibile. In caso di esaurimento delle risorse disponibili, le domande che perverranno, seppur ammissibili, non potranno essere finanziate. In ogni caso, un’altra luce che si accende, in fondo al tunnel buio del post terremoto, per le imprese ascolane.

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