Giovane mamma morì folgorata, il giudice nomina un perito

Morì folgorata mentre stava sistemando degli addobbi in vista della manifestazione di Templaria che si sarebbe dovuta inaugurare il giorno successivo. A distanza di quasi quattro si è aperto ad Ascoli il processo che vede imputate tre persone per la morte di Carla Benigni, la giovane mamma di Castignano che il 14 agosto del 2015 fu stroncata da una scarica elettrica all’esterno della sua abitazione. Nel corso della prima udienza, l’avvocato Mauro Gionni difensore di uno degli imputati, ha presentato richiesta di prova chiedendo che venisse eseguita una perizia sulla resistenza elettrica che la corrente avrebbe incontrato per giungere al punto in cui la giovane mamma è rimasta folgorata partendo dal punto dove, secondo le indagini, sarebbe partita la scarica elettrica. Richiesta accolta dal giudice Matteo Di Battista che procederà, pertanto, con la nomina del consulente tecnico d’ufficio.

Sotto processo sono finiti la proprietaria di un immobile nelle vicinanze del luogo dell’incidente in cui erano stati realizzati dei lavori di ristrutturazione; il titolare dell’impresa edile e l’ingegnere coordinatore per la realizzazione dei lavori nel cantiere. Per il Pm Umberto Monti, che ha condotto le indagini, i tre a vario titolo sarebbero responsabili del decesso di Carla Benigni che, nel montare alcuni addobbi, secondo quanto sarebbe emerso dall’attività investigativa, si sarebbe appoggiata ad un discendente pluviale in rame che avrebbe fatto da conduttore della corrente elettrica a causa di alcuni fili che uscivano da una scatola dell’Enel presente nell’immobile che era stato sottoposto a ristrutturazione. Da qui la forte scarica di corrente che ha causato la morte della trentaseienne madre di due bambini.

Il processo è stato aggiornato al 14 ottobre prossimo quando verranno sentiti anche i primi testimoni.

 

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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