Ad Ascoli senza lavoro oltre 9.000 persone con più di 50 anni

L’emergenza lavoro, ad Ascoli, si può leggere anche attraverso un dato eloquente: quello dei 9.000 “over 50”, ovvero delle persone che hanno superato i 50 anni di età e si ritrovano senza un impiego e con insuperabili difficoltà di ricollocamento nel mercato del lavoro. Una preoccupante realtà che ha ormai raggiunto, ad Ascoli, le 9.000 unità e non sembra per ora destinata a decrescere. Novemila persone che, in molti casi, hanno rimpolpato la cosiddetta fascia dei nuovi poveri, mentre per altri, pur potendo contare su qualche risparmio o magari una casa di proprietà, resta chiusa la porta di possibili sussidi di sostegno sociale (reddito di cittadinanza incluso). Così come sembra ancora proibitivo il reinserimento lavorativo in un sistema che col Jobs act spinge le aziende ad utilizzare soprattutto giovani  sotto i 29 anni. Ed è questa degli over 50, in realtà, una criticità nella criticità del ristagno occupazionale piceno.

Di fronte al muro che attualmente sembra chiudere ogni possibilità di reinserimento lavorativo per la fascia di persone ritrovatasi senza lavoro a più di 50 anni – e rappresentata in molte circostanze dal Comitato disoccupati piceni – si verifica anche, a caduta, una costante crescita di quella categoria sociale denominata dei “nuovi poveri” in città. Una tendenza che sembra purtroppo amplificarsi con un incremento medio, di anno in anno, di circa il 10% e che porta ad aumentare il numero di famiglie o singole persone che si ritrovano sotto la soglia della povertà, con evidenti difficoltà economiche fino all’impossibilità di cavarsela da sole. Persone con il duplice problema di recuperare autonomi mezzi di sostentamento insieme alla propria dignità perduta non per proprie colpe, bensì per gli implacabili effetti del mercato del lavoro e di una mancanza di strategie a lungo termine su un territorio come quello piceno, sbalzato fuori dalla Cassa del mezzogiorno in maniera traumatica.

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