Via Po, una relazione del geologo per decidere se demolire e ricostruire altrove le case

La palla passa ad un geologo per sbloccare la delicata questione delle abitazioni di via Po (di cui alcune già evacuate per inagibilità) valutando la possibilità di procedere a una delocalizzazione – a fronte di una instabilità della zona che si affaccia sul versante del torrente Chiaro – con l’ipotesi di demolizione e ricostruzione altrove degli edifici. Adesso, con l’ok degli uffici tecnici dell’Arengo, si è deciso di affidare l’incarico per una perizia geologica relativa alla zona per certificare l’ipotizzata criticità della presenza di quelle case a forte rischio. Un passaggio che consentirebbe, quindi, di poter percorrere la ventilata e accreditata ipotesi della delocalizzazione di quegli immobili e, quindi, il trasferimento definitivo dei proprietari delle abitazioni che si affacciano sul Chiaro in altre aree della città da individuare, con garanzia di una copertura economica per l’intera operazione. Sarà il geologo Costantino Berardini, affidatario dell’incarico da parte dell’Arengo, ad occuparsi di questa perizia necessaria per sbloccare l’eventuale operazione di delocalizzazione di quelle abitazioni che, qualora si confermasse l’impossibilità di lasciare nelle loro case originarie i proprietari per motivi di sicurezza, dovrebbero essere costruite in altre zone idonee. Considerando che tra le strutture a rischio ci sono due aggregati che si trovano sul ciglio della sponda del Chiaro, in una zona che nella stessa determinazione comunale di affidamento dell’incarico viene definita «instabile dal punto geologico ad alto rischio frana» facendo riferimento ad una precedente relazione geologica elaborata nel 2014 da Sante Stangoni. Considerando anche l’inagibilità di alcuni degli edifici a seguito del terremoto e l’inserimento della zona, nel recente Piano di microzonazione sismica di terzo livello, come area instabile, ovvero «un’area nella quale gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio». A questo punto, come detto, si attenderà l’esito della perizia del geologo per poi eventualmente avviare la procedura di delocalizzazione.  L’Arengo, infatti, ha ritenuto «necessario ed urgente dover approfondire dal punto di vista geologico, con apposito incarico professionale, il quadro conoscitivo» della situazione e per avere «ulteriori elementi utili per la decisione finale circa la delocalizzazione degli immobili».

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