Terremoto, solo 50 ascolani hanno ottenuto il contributo per la ricostruzione

A distanza ormai di due anni da quelle prime tremende scosse agostane del 2016, il dato che emerge riguardo l’erogazione dei contributi a famiglie e aziende ascolane che hanno avuto la casa o la sede dell’attività dichiarata inagibile dopo il terremoto sono al momento 50. Sicuramente il processo si è un po’ accelerato, ma si tratta di un quarto delle domande finora formalizzate e istruite o in fase istruttoria, che sono complessivamente 207 per quel che riguarda Ascoli-città. Il tutto in un quadro più generale nel quale famiglie e attività di tutta la provincia ascolana (e un po’ di Fermano) hanno finora presentato ufficialmente 1239 domande all’Ufficio per la ricostruzione.

Utile per tastare il polso della situazione per capire quando il territorio potrà uscire definitivamente dall’incubo del terremoto è proprio il dato ufficiale che emerge dai tabulati dell’Ufficio ricostruzione regionale, laddove sono indicati i numeri reali delle pratiche aperte, in base alle richieste formali pervenute e già ammesse a valutazione, per quel che riguarda la ricostruzione e i relativi contributi. Un quadro aggiornato allo scorso 31 luglio che vede, come detto, 1239 pratiche presentate da residenti e attività di tutti i comuni piceni (e qualcuno anche del Fermano) colpiti dal sisma, delle quali 207 fanno riferimento ad Ascoli-città, tra richieste di famiglie e di attività, tra cui diversi esercizi commerciali. Ebbene, come già anticipato, al momento risultano 50 i contributi concessi per  interventi previsti nel capoluogo. Cinquanta casi relativi, dunque, ad abitazioni o sedi di attività, che hanno avuto l’ok per la concessione dei contributi finalizzati a sanare le inagibilità. A fronte di queste 50 pratiche sbloccate positivamente, ci sono complessivamente, in tutta la provincia ascolana e in parte nel Fermano, ben 82 pratiche respinte, ovvero domande per le quali non si è ritenuto di dover concedere contributi. Tra queste pratiche per le quali non è stato riconosciuto alcun contributo, sono 8 quelle che riguardano la città di Ascoli.

 

Proprio scorrendo il lungo elenco delle oltre 1200 pratiche istruite o in fase istruttoria in attesa di conoscere l’eventuale erogazione del contributo da parte dell’Ufficio ricostruzione, si capisce chiaramente che la ricostruzione lieve, così come quella pesante, si preannuncia molto lunga, laboriosa e farraginosa. Dopo mesi e mesi di procedure che hanno visto ad Ascoli circa 10.000 richieste di sopralluoghi, tra schede Fast, Aedes e ordinanze di evacuazione, considerando anche le oltre 800 le famiglie che percepiscono il contributo di autonoma sistemazione proprio per aver avuto la propria abitazione dichiarata inagibile, si desume che sono ancora diverse centinaia le domande per la ricostruzione che devono ancora essere presentate e istruite. E questo può lasciar solo immaginare, tra attesa per la presentazione delle domande, esame delle stesse, istruttoria e sblocco dei contributi, quanto tempo rischia di passare prima che tutti i cantieri possano aprirsi e poi, una volta sistemati i tantissimi immobili inagibili, possano essere chiusi restituendo normalità ad Ascoli e al Piceno.

Share Post
No comments

LEAVE A COMMENT