Terremoto con l’addio ai Cas rischio per diverse famiglie di dover pagare mutuo e affitto

Si profila l’incubo di rimanere nel limbo della ricostruzione post-terremoto, senza neppure più il contributo di autonoma sistemazione, per numerose famiglie ascolane. Proprio il capoluogo, infatti, colpito duro dal terremoto per quel che riguarda il proprio tessuto abitativo, rischia di vedere tante, troppe persone che stanno ancora aspettando di poter presentare al domanda all’Ufficio ricostruzione per poter sistemare la propria abitazione e che potrebbero rimanere sole e abbandonate di fronte alla chiusura dei rubinetti contributivi, in ogni caso, da fine anno. E c’è chi potrebbe trovarsi addirittura in una situazione paradossale, dovendo continuare a pagare il mutuo per l’abitazione ora inagibile e, dal nuovo anno, accollarsi anche interamente il canone di affitto della casa dove si è trasferito. Lo scenario già prospettato ai Comuni e anticipato nelle linee portanti, è quello di un convinto giro di vite per quel che riguarda i contributi a chi ha avuto la casa inagibile, ma con effetti che, in una situazione come quella ascolana, dove i ritardi per i quasi 10 mila sopralluoghi richiesti si sono protratti fino ad ora, potrebbero risultare devastanti per diversi nuclei familiari. E l’assurdo è che, alla fine, il rischio è quello di ritrovarsi con qualche furbetto che finora ha intascato i contributi non avendone diritto (ma sarà chiamato a restituirli), mentre chi ne avrebbe tutti i diritti oltre alla necessità, potrebbe restare al palo.

E’ l’ennesimo rischio beffa, dopo i tanti già vissuti dagli ascolani sulla loro pelle, che si affaccia alla finestra dello scenario post-terremoto, alla luce della nuova, annunciata ordinanza della Protezione civile chiamata a regolamentare, presumibilmente da fine agosto in poi, l’erogazione dei contributi di autonoma sistemazione (i famosi Cas). Con restrizioni e con una chiusura dei rubinetti che, se non ci sarà una proroga, è prevista per il prossimo 31 dicembre, ovvero la conclusione dello stato di emergenza. Da quel momento in poi, nessuno percepirà più i Cas. Anche quei contributi che, per i prossimi mesi, saranno limitati, per chi è in un’abitazione temporanea in affitto, all’esclusivo rimborso del canone. In definitiva, chi non avrà ancora presentato formalmente la domanda per i contributi per la ricostruzione entro agosto rischia di non poter percepire più neanche i Cas. E chi lo avrà fatto, comunque, li percepirà fino a dicembre. Una notizia che ha già messo in preallarme diverse famiglie ascolane che si ritrovano tra l’incudine (la casa inagibile e senza aver potuto ancora iniziare i lavori) e il martello (il rischio di non percepire più i contributi di autonoma sistemazione).

 

«Ci sono diverse famiglie, come la mia – segnala un cittadino – che tra qualche mese rischiano di ritrovarsi ancora senza la propria casa perché inagibile, continuando a pagare il mutuo e al tempo stesso essendo costretto a pagarsi anche il canone di affitto dell’abitazione in cui si è andati a vivere temporaneamente. Come si può consentire tutto questo? Mi auguro davvero che si rifletta su quella che è la situazione, ad esempio, ad Ascoli, dove sono ancora moltissime le pratiche per la ricostruzione lieve ancora da formalizzare e istruire. Non ci possono lasciare a piedi, magari con oltre mille euro al mese da pagare tra mutuo e affitto… ». E purtroppo, i casi simili rischiano di essere molti, considerando che al momento mancano ancora tante pratiche all’appello per i casi di inagibilità e che, comunque, nel momento in cui contributi verranno bloccati per la fine dello stato di emergenza, potrebbero essere diverse le persone a trovarsi in difficoltà.

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