Tassa sui parcheggi, confronto tra Arengo e Saba per rivedere i conteggi

Faccia a faccia tecnico, tra Arengo e Saba, sulla “tassa sui parcheggi”. O, meglio, sul canone concessorio non ricognitorio introdotto dall’Amministrazione comunale proprio come tassa sull’utilizzo del suolo e del sottosuolo. Dopo la letterina prenatalizia con cui il Comune invitava Saba, Enel, Ciip e altre società a pagare questo nuovo canone, ora – come prevedibile – arriva il momento dei confronti, dei chiarimenti e dei conteggi. Nel senso che, le varie società chiamate a pagare hanno avuto un contraddittorio con gli uffici tecnici comunali proprio per capire come siano stati calcolati gli importi della tassa e, in qualche caso, come ad esempio per la Ciip, per sostenere la non applicabilità della stessa.

 

Anche i rappresentanti della Saba (tra cui anche un legale) si sono confrontati con l’Arengo per capire come sia stata calcolato l’importo che la società di gestione dei parcheggi è chiamata a pagare. Un importo che si aggirerebbe intorno ai 250 mila euro su un totale di circa 800 mila euro calcolati come gettito complessivo della nuova tassa. Si sarebbe, quindi, proceduto ad un confronto anche con conteggi relativi ai posti auto utilizzati e, quindi, finalizzati al ricalcolo dell’importo da pagare.  E questo, in un certo qual modo, potrebbe anche servire una volta per tutte a fare chiarezza anche per quel che riguarda l’aspetto della convenzione per la sosta e il relativo numero di posti blu da garantire. Allo stesso modo, anche le altre società chiamate a pagare il canone, come ad esempio la Ciip, hanno preso contatti con gli uffici comunali preposti cercando di capire meglio motivazioni e modalità di questo canone concessorio non ricognitorio. E nel caso specifico la società che si occupa del ciclo dell’acqua avrebbe fatto rilevare la possibile inapplicabilità della tassa per un servizio come quello idrico. A questo punto, occorrerà capire se le società chiamate in causa, dopo i confronti, procederanno regolarmente ai pagamenti, magari dopo gli opportuni riconteggi, oppure se qualcuno deciderà di contestare il provvedimento.

 

L’Arengo è arrivato a definire questo nuovo canone dopo un tentennamento dovuto ad alcune sentenze della giustizia amministrativa in materia che non erano incoraggianti, avuti altri riscontri positivi ha deciso di spingere sull’acceleratore e rispettare la strategia già inserita i bilancio secondo la quale chiunque eroghi servizi a pagamento utilizzando il suolo pubblico deve pagare un canone al Comune. Un provvedimento che, proprio sulla base dell’impostazione definita dall’Arengo e l’invio delle lettere per il pagamento, non riguarda le piccole aziende, ma le multinazionali o grandi società che traggono vantaggi importanti dall’utilizzo delle aree pubbliche, come ad esempio la Saba, l’Enel, le società del gas. Insomma, una tassa che sono chiamate a pagare le aziende con profitti consistenti per le cosiddette utilities. Ed era prevedibile che ora i soggetti chiamati a pagare facessero un passo avanti per chiedere chiarimenti all’Arengo.

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