Tassa dell’Arengo su sottosuolo e parcheggi, ora a decidere sarà il Tar

Sulla tassa sul sottosuolo, definita anche come tassa sui parcheggi visto il coinvolgimento anche della Saba e degli stalli gestiti, ora dovrà esprimersi il Tar. Il canone che l’Arengo ha deciso di istituire, con l’approvazione in consiglio comunale dell’apposito regolamento applicativo, vedrà ora un braccio di ferro tra l’ente comunale e una società del Gruppo Enel, ovvero la E-distribuzione, proprio davanti ai giudici del tribunale amministrativo regionale.  Un pronunciamento che, proprio su ricorso presentato dalla società che si occupa di lavori per le forniture di energia elettrica, stabilirà se sia legittimo o meno, da parte dell’Arengo, richiedere e incassare le cifre relative a questo canone concessorio legato all’utilizzo del sottosuolo. Una decisione che pone in bilico i circa 800 mila euro ipotizzati dall’Amministrazione comunale in sede di bilancio.

La società E-distribuzione, in poche parole, ha presentato un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della delibera con la quale il consiglio comunale ascolano, nel febbraio 2016, aveva approvato il regolamento per l’esecuzioni delle manomissioni e dei ripristini della sede stradale e nelle aree comunali e contestare “vizi consistenti in violazione di legge ed eccesso di potere” dell’Arengo per quel che riguarda l’autorizzazione e le procedure per l’esecuzione di opere nel sottosuolo mediante scavi. Ed ora l’Arengo, con delibera della giunta comunale, si costituisce in giudizio per far valere le proprie ragioni. Considerando che, il rischio di possibili ricorsi, in tal senso, era stato messo in preventivo.

L’Arengo, dopo un tentennamento dovuto ad alcune sentenze della giustizia amministrativa in materia che non erano incoraggianti, aveva avuto altri riscontri positivi e aveva, quindi, deciso di spingere sull’acceleratore e rispettare la strategia già inserita in bilancio secondo la quale chiunque eroghi servizi a pagamento utilizzando il suolo pubblico debba pagare un canone al Comune. Un provvedimento che, proprio sulla base dell’impostazione definita dall’Arengo, non andrebbe a toccare le piccole aziende, ma le multinazionali o grandi società che traggono vantaggi importanti dall’utilizzo delle aree pubbliche, come appunto la Saba, l’Enel e società collegate, le compagnie telefoniche e anche la Saba per i parcheggi a raso (per circa 250 mila euro). Insomma, una tassa che chiamerebbe a pagare le aziende con profitti consistenti per le cosiddette utilities. Ora la parola passa al Tar.

 

 

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