Ricostruzione, sono 249 le pratiche picene per i contributi. E 30 riguardano Ascoli

Anche se la lunga sequenza dei sopralluoghi, delle schede tecniche e delle ordinanze sembra non finire mai, alla luce delle oltre 9000 richieste inoltrate per altrettanti edifici, inizia a camminare in maniera più spedita anche la complessa macchina della ricostruzione post-sisma per i danni lievi e, quindi, per gli immobili dichiarati inagibili. L’aggiornamento dei dati relativi alle istanze presentate e già avviate come istruttorie o addirittura già autorizzate, per poi ottenere gli specifici contributi, fa registrare un incremento di circa 50 nuove pratiche – al 20 ottobre scorso – rispetto a quanto registrato un mese fa. Complessivamente – come viene riportato dall’apposito sito web della Regione Marche per il terremoto – risultano avviate e poi istruite, ritirate o accolte 489 richieste di contributi, nel Piceno, per i lavori di sistemazione dei danni subiti a causa del terremoto. Di cui 30 riguardano il capoluogo.

Rispetto al dato di un mese fa, sempre aggiornato dalla Regione, c’è stato un sensibile incremento delle pratiche inoltrate agli appositi Uffici per la ricostruzione, considerando che si è passati da circa 240 pratiche presentate alle 289 attuali. E si può tranquillamente dire che il lavoro vero e proprio, in tal senso, ha preso consistenza proprio quando sono arrivate in dirittura di arrivo le prime ordinanze conclusive, ovvero a partire da luglio e agosto scorsi. Chiaramente, a trovarsi ancora in ritardo rispetto al volume di edifici sottoposti a sopralluoghi e a conseguenti dichiarazioni di inagibilità è Ascoli città, considerando che si sono accumulati ritardi di fronte ad un’inimmaginabile ondata di richieste: le domande inoltrate (in diversi casi istruite, in altre arrivate già all’accoglimento) risultano 30. Per la precisione, sempre restando al territorio comunale, di queste trenta pratiche 12 sono in fase istruttoria, 17 sono praticamente arrivate in dirittura di arrivo e una è stata ritirata. Tra queste pratiche, ben 23 sono riferite ad immobili ad uso residenziale, quindi si fa riferimento ad abitazioni. Le altre 7, invece, sono relative ad edifici utilizzati come sedi di attività produttive o comunque lavorative, per una percentuale che supera leggermente il 30% del totale. Nel quadro complessivo a livello provinciale, invece, il rapporto delle pratiche degli immobili per attività produttive rispetto a quelli ad uso residenziale, scende al di sotto del 20%, con 56 edifici produttivi sui 289 totali. Per  il dato dei comuni più colpiti, sono 63 le istanze arrivate da Acquasanta e 25 quelle per Arquata (essendo in questo caso rasa al suolo gran parte degli edifici).

 

 

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