Inagibilità in ritardo e le agevolazioni non ci sono più: beffati molti ascolani

Agevolati sulla carta, beffti nella realtà. Sono tanti gli ascolani che si ritrovano con la casa appena dichiarata inagibile, dopo più di un anno dalle prime scosse telluriche, e non possono usufruire di esenzioni fiscali, agevolazioni, sospensioni di mutui e bollette e quant’altro previsto per le zone colpite dal sisma. Tutto questo succede ad Ascoli, dove sono 1640 le ordinanze di evacuazione degli edifici, ma allo stesso tempo – in base al decreto governativo – occorre avere una dichiarazione di inagibilità della casa o della sede lavorativa per poter usufruire degli aiuti che negli altri comuni del cratere sono automatici. Poi se a tutto questo aggiungiamo proprio la grande consistenza delle case evacuate e dichiarate inagibili, con ancora 331 aggregati di edifici da verificare a circa due mesi dal termine, per ottenere i contributi per la ricostruzione o sistemazione, ed ecco che il quadro è completo. E tra gli stessi ascolani, purtroppo, c’è chi magari ha avuto il sopralluogo e la relativa scheda Aedes con successiva ordinanza nei primi mesi dopo il sisma potendo così di beneficiare delle varie agevolazioni per almeno un anno, mentre qualcun altro che avrà la dichiarazione della casa inagibile in questi giorni o addirittura entro dicembre resterà “terremotato e fregato”, ovvero senza alcun aiuto. Una situazione paradossale che crea involontariamente figli e figliastri, sulla base della cronologia dei provvedimenti e delle ordinanze sugli edifici. Con tante difficoltà anche per riuscire a reperire le informazioni corrette, come nel caso della sospensione dei premi assicurativi per chi, ad Ascoli, ha una casa inagibile, andando alla fine a perdere le opportunità di aiuto previste dai vari decreti. Quel che è certo è che ad alimentare la difficoltà di beneficiare dei sostegni previsti c’è la grande confusione figlia dell’accavallarsi di decreti, modifiche, circolari attuative e procedure. Andando a penalizzare sia i cittadini che le imprese.

 

Tra le agevolazioni concesse alle popolazioni dei territori colpiti dal sisma, era prevista anche la sospensione delle tasse, dall’Irpef alle tasse locali. Un meccanismo di sospensione che risultava automatico per tutte le famiglie residenti nei comuni del cratere sismico. Per tutte tranne che per le famiglie ascolane (insieme a Macerata, Rieti, Teramo e Spoleto) per le quali, invece, la sospensione era ed è tutt’ora subordinata all’inagibilità dell’abitazione. Ed è qui che casca l’asino, nel senso che per le tantissime famiglie di Ascoli che hanno ricevuto solo dopo un anno dal sisma l’ordinanza di evacuazione e la correlata scheda Aedes, la sospensione delle tasse è rimasta praticamente solo sulla carta, non essendo possibile procedere alla richiesta a suo tempo. Insomma, un’altra beffa che va a ricadere su quei nuclei familiari che hanno la sola colpa di aver ricevuto il sopralluogo e la successiva dichiarazione di inagibilità dopo mesi e mesi dagli eventi che hanno causato quelle lesioni. Ed in questo, occorre dire, le colpe non possono ricadere sui tecnici comunali e della Protezione civile chiamati per le verifiche, essendosi ritrovati di fronte uno scenario molto più consistente di quello prevedibile inizialmente. E’ chiaro, però, che in questi casi diventa assurdo porre una scadenza per fruire delle agevolazioni: non sarebbe stato più logico concedere le sospensioni fiscali per un anno dal momento della dichiarazione di inagibilità e non dall’arrivo del sisma? Fatto sta che, da ottobre, la sospensione delle tasse è finita e chi s’è visto s’è visto…

 

Altro problema emerso, con molti ascolani incolpevoli protagonisti, è quello delle altre agevolazioni previste, ma di cui molti non sono venuti a conoscenza o non hanno potuto beneficiare per questioni temporali. C’è, infatti, chi non sapeva, pur avendo una casa inagibile, di poter sospendere ad esempio i pagamento dei premi assicurativi per l’auto fino al 30 settembre scorso, oppure chi pur sapendolo non ha potuto usufruire del beneficio perché solo ad ottobre ha ricevuto l’ordinanza di inagibilità. Mentre, invece, molti hanno saputo quando ormai i giochi erano fatti del contributo una tantum di 5.000 euro per i lavoratori autonomi, in questo caso senza dover documentare alcuna inagibilità. Meno problemi si sono avuti, per fortuna, sulla sospensione dei mutui perché molte banche hanno deciso di “congelarli” autonomamente nelle zone colpite dal sisma, anche se anche in questo caso, chi si è ritrovato con una inagibilità dichiarata solo ora è rimasto fregato per il fatto che la sospensione dei mutui è praticamente finita. E paradossalmente, qualora non arrivassero proroghe o differimenti delle agevolazioni, centinaia di famiglie si ritroveranno senza alcun aiuto proprio nel momento in cui si vedono costrette a lasciare la propria abitazione lesionata dal sisma.

Share Post
No comments

LEAVE A COMMENT