Continuano i recuperi dell’Unità di crisi per i beni culturali. Oltre ai luoghi ove erano poste opere importanti, per cui molti sollecitavano il prelievo, si stanno salvando anche opere di minor rilievo dal punto di vista storico artistico ma di grande interesse devozionale, per cui l’attenzione è rappresentata solo dagli abitanti dei siti. Il dottore Pierluigi Moriconi, storico dell’arte della Soprintendenza di Ancona, da sempre sensibile alle richieste delle popolazioni terremotate per salvare i loro simboli, indipendentemente dal valore storico artistico, ha diretto le squadre composte da Carabinieri e Vigili del Fuoco che hanno visitato varie chiese completamente distrutte dal terremoto per strappare dal loro interno i simboli di un popolo al fine di metterli in sicurezza e farli rinascere . I beni sono stati recuperati scavando tra le macerie. Le attività sono state compiute sia in Provincia di Ascoli Piceno che in quella di Macerata. Vediamo in dettaglio i singoli interventi:
Ad Acquasanta, nella frazione di Peracchia, le due chiese – quella di Santa Maria e quella di Sant’Antonio Abate – sono andate quasi completamente distrutte. Tra le macerie della chiesa di Sant’Antonio sono stati recuperati vari beni tra cui un pregevole Crocifisso in legno databile intorno al 600, risultato gravemente lesionato ma il paziente lavoro dei soccorritori dell’arte ha permesso di trovare tutti i pezzi mancanti come dita e parti delle mani e dei piedi. Adesso il crocifisso si trova alla Mole Vanvitelliana di Ancona preso in cura dai tecnici dell’Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del Ministero dei Beni culturalei. Sempre a Peracchia, inoltre, è stata prelevata una campana in bronzo di fine 400 e una meravigliosa statua in cartapesta raffigurante Santa Lucia.