Commercio, contributi per chi apre e per chi riqualifica l’attività

Se su un fronte si alza la voce per evitare l’ennesima beffa (quella per le agevolazioni fiscali dopo il danno indiretto provocato dal terremoto), si prospetta una nuova opportunità per cercare di restituire ossigeno alle attività commerciali ascolane. Si tratta di un bando regionale in scadenza il prossimo 4 ottobre rivolto a tutti coloro che nonostante tutto vogliono giocarsi la carta del commercio per vincere la propria sfida occupazionale o che credono di poter agevolare la ripresa andando a riqualificare negozi o pubblici esercizi. Non cifre astronomiche a disposizione, ma un contributo a fondo perduto del 15% sugli interventi che si andranno a realizzare per le attività commerciali e i locali, con una fascia di spesa che va da un minimo di 15.000 ad un massimo di 60.000 euro. In ogni caso, ossigeno per poter continuare a credere nella luce da vedere in fondo al tunnel dopo la terribile accoppiata crisi-sisma.

 

L’attivazione del bando destinato al commercio, in una fase delicatissima per tutto il settore, cade in un momento in cui, in realtà, gli operatori che hanno portato sulle spalle la croce della fuga dalla città, nei mesi della paura, sono indignati per la normativa sulle agevolazioni fiscali e contributive che li vede penalizzati. Si tratta, comunque, di un piccolo salvagente che può spingere nella direzione di favorire nuove aperture o di riqualificare le attività già presenti. E, come detto, anche se pochi lo sanno, la presentazione delle domande per poter accedere ai contributi scade il prossimo 4 ottobre. I contributi possono essere richiesti per investimenti nell’attività, come detto, che vadano da un minimo di 15.000 ad un massimo di 60.000 euro e il contributo sarà del 15%, concesso sulla base di un’apposita graduatoria. Quindi si potrà oscillare da contributi da 2.250 fino a 9.000 euro.

Il tutto in base ad una apposita graduatoria fino ad esaurimento dei fondi che, per tutta la regione, saranno di circa 328.000 euro.

 

La priorità verrà data alle nuove attività e a quelle che esistono da più di 10 anni. Ovvero a giovani o disoccupati che decideranno di cercare un lavoro proprio attraverso il commercio, ma anche alle attività più radicate che vogliono magari cambiare immagine o rinnovarsi. Più in generale, un punteggio in più verrà anche garantito alle imprese commerciali con titolari tra i 18 e i 35 anni e a titolari che hanno perso un lavoro subordinato negli ultimi 3 anni. Inoltre, ulteriore parametro che si terrà prioritariamente in considerazione è quello dell’ubicazione delle attività in centro storico. L’obiettivo del bando è anche quello di innescare progetti di riqualificazione indiretta di aree vie o piazze cittadine. Altri parametri che garantiranno un maggiore punteggio riguardano gli esercizi commerciali che non hanno mai percepito contributi pubblici; gli esercizi commerciali che, alla data di presentazione della domanda, hanno già completato i lavori regolarmente fatturati al 100% e gli esercizi commerciali nei quali il titolare è una donna. I progetti per essere finanziati dovranno essere portati a termine entro 6 mesi dalla pubblicazione della graduatoria. Il volume “di affari di chi presenterà la domanda non deve essere superiore a 2 milioni di euro.

 

Non rientreranno tra i soggetti beneficiari dei contributi, le imprese che svolgono attività di vendita non rivolte al pubblico (spacci interni), attività di vendita di merci prodotte in proprio (agricoltori, artigiani, ecc.), attività di farmacie e parafarmacie (salvo le parti di attività commerciali), attività che prevedono trasformazione di prodotti, attività di monopolio, distributori automatici, attività di commercio elettronico, attività di rivendita di carburanti, attività di noleggio, attività di commercio all’ingrosso, attività di commercio su aree pubbliche che non operano con strutture stabilmente fissate al suolo quali box o chioschi.  Tra le attività di somministrazione di alimenti e bevande, sono escluse quelle svolte da circoli privati e mense e attività artigianali per la produzione propria.

Potranno essere rimborsate, ovviamente fino al 15%, le spese relative a ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali adibiti o da adibire ad attività commerciale, ampliamento dei locali (escluse le spese relative al deposito merci nonché agli uffici), attrezzature fisse e mobili strettamente inerenti l’attività di vendita o di somministrazione di alimenti e bevande, arredi strettamente inerenti l’attività di vendita o somministrazione (ad eccezione di complementi di arredo, suppellettili e stoviglie, e quant’altro non strettamente funzionale all’attività da incentivare). Sono ammessi a finanziamento anche i progetti già realizzati a far data dal gennaio 2016.

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