Piste ciclabili contromano e zone a 30 orari di velocità in centro: ci sono anche i soldi

C’è anche il finanziamento per realizzare ad Ascoli nuove piste ciclabili in senso contrario di marcia rispetto alle auto e zone 30, ovvero con il limite massimo dei 30 chilometri orari per le vetture, in molte vie del centro storico: tutto questo non è più soltanto uno degli indirizzi indicati dal nuovo Piano della mobilità e del traffico, ma un progetto che diventa realtà, pronto a partire essendo già finanziato a livello governativo. Un progetto inserito nell’ambito del bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie che porterà nel capoluogo piceno 18 milioni di euro, con la procedura già avviata per ottenere il primo stralcio dei fondi a disposizione. La scelta dell’Arengo è chiara, in linea con le indicazioni degli esperti del Centro trasporti e logistica dell’Università La Sapienza di Roma: più spazio alle bici e velocità ridotta per le auto nelle zone più delicate e difficili, ovvero quelle del centro, con l’obiettivo di garantire sicurezza e una migliore fruibilità anche delle bellezze architettoniche.

 

In tutto questo contesto, l’aspetto “rivoluzionario” per quel che riguarda la realizzazione del progetto, è che si andranno a realizzare, tra le prime città in Italia, delle piste ciclabili “contra flow cycling”, come accade a Parigi e in altre città europee. In altre parole, sulla base della progettazione definitiva già inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, si andranno a realizzare, con apposita segnaletica, delle piste ciclabili che saranno posizionate lungo tutti gli attraversamenti principali (nel progetto si specifica lungo gli antichi cardo e decumano) ma in senso contrario di marcia rispetto alle auto. Dunque, nelle vie dove le auto procedono verso est, in bici si potrà procedere verso ovest e viceversa. E questo per la massima visibilità delle bici da parte degli automobilisti e per una questione di sicurezza. Le nuove piste ciclabili, in pratica, verranno realizzate attuando un piccolo restringimento delle carreggiate attuali. Il costo dell’intervento, che sarà finanziato dal Governo, è di 50.000 euro.

 

Proprio per consentire la presenza delle nuove piste ciclabili e, allo stesso tempo, abbassare il livello di incidentalità, in corrispondenza di questi nuovi percorsi ciclabili “controsenso” saranno istituite le zone 30, ovvero zone a velocità massima di 30 chilometri orari, nelle vie dove si andranno a realizzare le piste ciclabili non protette. Quindi, diversi attraversamenti interni al centro storico, sempre secondo le direttici degli antichi cardo e decumano, vedranno la limitazione della velocità di percorrenza per una questione di massima sicurezza.

 

Le piste pedonali con percorrenza contromano rispetto alle auto rappresenteranno, di fatto, uno dei primi esperimenti a livello nazionale, considerando che se molte città europee, tra cui appunto Parigi, hanno già attivato questo tipo di soluzione, in Italia si può praticamente parlare di anteprima, secondo quanto sottolineano anche gli esperti del Centro trasporto e logistica de La Sapienza.

“In diverse città europee ed extra-europee – si legge proprio in una relazione degli esperti – si sta diffondendo la pratica di utilizzare itinerari promiscui, veicolari e ciclabili, denominata “Contra-flow Cycling” (contromano ciclabile), nei quali i ciclisti possono percorrere una strada a senso unico, anche in direzione contraria al flusso veicolare. Il fine è quello di creare uno spazio condiviso tra automobilista e ciclista, aumentando i percorsi disponibili per quest’ultimo, da un lato, ma stimolando al contempo l’attenzione reciproca per una maggior sicurezza”.

L’intervento viene definito abbastanza semplice da realizzare dal punto di vista pratico e prevede l’utilizzo di appropriata segnaletica verticale e orizzontale, rivolta ai ciclisti e agli automobilisti. In base anche alla larghezza della carreggiata e, quindi, alla disponibilità di spazio stradale, il Contra-flow cycling può essere realizzato in diversi modi. Ai ciclisti può essere destinata maggiore o minore protezione a seconda dello spazio di cui possono godere e dell’evidenza con la quale viene segnalato il percorso a loro destinato. Nel caso di assenza di protezione con dissuasori fisici, la velocità degli autoveicoli non deve superare i 30 chilometri orari. Ed è per questo che si introducono le Zone 30 per le vetture. Nel caso di strade strette – come nel caso di Ascoli – dovendo operare con poco spazio stradale disponibile, la soluzione adottata è quella dello spazio promiscuo, in cui la presenza del ciclista in contromano è segnalata dalla sola immagine del ciclista con relativa freccia di direzione o con l’aggiunta di alcuni tratteggi longitudinali. Chiaramente, i problemi potrebbero registrarsi soprattutto nella fase iniziale, fino a che ciclisti e, soprattutto, automobilisti non si abitueranno al nuovo sistema.

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