Sanità, un Consiglio aperto con l’ospedale unico protagonista

Un lungo, atteso consiglio comunale, questo pomeriggio a Palazzo dei Capitani, ad Ascoli, sulla sanità del Piceno. Una seduta interminabile dalla quale estrapoliamo alcuni degli interventi, in ordine sparso (che saranno integrati successivamente, scusandoci con i tanti intervenuti). Una seduta richiesta e fortemente voluta dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Tamburri e Manni.

Lo spazio associazioni e sindacati

Collina (Cgil) ha posto l’accento sul problema anziani e “la mancanza di strutture adeguate che provoca l’affluenza verso l’ospedale. Ospedale unico? Sì ma con la certezza del finanziamento e non con il giochetto del project financing… Il finanziamento non è ancora indicato nel Piano della Regione. Vorremmo anche capire su Ascoli cosa sarà dei vecchi ospedali… Dobbiamo aspettare che arrivi il nuovo ospedale o occorre capire subito cosa fare, magari con le case della salute?”.

Velia De Regis (Pagefha): “Sulla disabilità l’assistenza è precaria, soprattutto in ospedale. E’ vero che c’è l’Adi, ma le nostre problematiche sono più gravi. Altro problema è quello dei parcheggi in ospedale. Abbiamo fatto presente il problema e qualcosa si è risolto, ma abbiamo chiesto anche che l’ascensore che porta agli ambulatori venga lasciato aperto mentre adesso è chiuso. Serve anche con un videocitofono”.

Farina: “Come mai nella campagna di Ceriscioli si parlava dell’azienda ospedaliera Marche Sud non si è mai trovato un accordo per poterla fare? Come mai dobbiamo privarci di strutture importanti come Radioterapia? E l’azienda Marche Sud non potrebbe evitare tali problemi? Occorre che alle parole seguano i fatti. E non possiamo essere gestiti sempre da altri che approfittano anche delle nostre entrate finanziarie…”.

Prezzavento (Legambiente): “Non ero presente quando Ceriscioli ha illustrato la proposta, ma ci sono due scuole di pensiero: alcuni dicono che non si farà mai ed è un semplice pretesto per smantellare i reparti ad Ascoli e San Benedetto e depotenziare il Piceno, altri dicono che è molto concreta, ci sono già progetti e si sa già dove farlo… Personalmente sono contrario e Ascoli ha veramente bisogno dell’ospedale, come ha dimostrato l’emergenza terremoto… Immaginate cosa sarebbe successo senza Pronto soccoso o medicina d’urgenza? Gli ascolani dovrebbero dire che questo ospedale unico non serve. Tra l’altro tutti i soldi spesi per il Mazzoni, in 25 anni con miliardi di lire e poi milioni di euro, che senso ha ora chiuderlo e aprirne uno in vallata?”.

Cuccioloni del Centro servizi volontariato: “Ai dibattiti vengono i rappresentanti istituzionali ma poi vanno via proprio quando dopo le proposte dei relatori servono le risposte. Poi per il 112, numero unico della centrale operativa, in altre Regioni ci sono centrali all’avanguardia con persone formate e in meno di un minuto si riescono a far partire mezzi per emergenze di ogni genere. La centrale unica dovrebbe ricollegarsi alle centrali locali, come il 118 ed altro. Ripristiniamo intanto le nostre centrali locali. Il terremoto dovrebbe aver insegnato qualcosa e invece siamo rimasti indietro”.

Istituzioni, politici e addetti ai lavori:

Luciano Agostini: “Riprendo l’intervento di Cipollini della Cisl che ha toccato aspetti importanti. L’Asur nacque con tre obiettivi: determinare una razionalizzazione su beni e servizi, rendere protagonista il territorio per funzioni delegate e non proprie, le funzioni delegate dovevano essere esercitate anche nel rapporto con la sussidiarietà. Poi non tutto questo è stato fatto, con funzioni delegate mischiate con quelle proprie. Noi ci siamo dimenticati una cosa: la nostra Regione è in un pareggio di bilancio storico nella sanità, non è mai stata commissariata o sottoposta a tagli da parte dei Governi. Area vasta: rifuggo dall’idea che deve essere razionalizzazione dei servizi. E’ stata costruita per migliorare e ottimizzare i servizi… Si possono raccogliere le firme ad Ascoli dicendo che si porta tutto a San Benedetto e viceversa, ma non credo sia questo il modo per eliminare il campanilismo. Penso che abbiamo bisogno di un progetto di Area vasta che sappia dare l’orizzonte dei servizi che vogliamo costruire. Noi abbiamo bisogno del massimo coinvolgimento, a partire dagli operatori. Se Oncologia la mettiamo a San Benedetto perché il primario di Ascoli va in pensione non va bene… Non si possono fare, comunque, nella sanità, cose contro gli operatori. Qui ci sono tanti soggetti privati, ma sono importanti quando sono complementari ai soggetti pubblici… Su Marche sud dobbiamo essere molto chiari. Quattro anni fa quando si è scritta la storia del decreto Balduzzi per il territorio, si sono posti 2 terzi delle specialistica a Macerata e uno a Fermo. Ed eravamo io e Cipollini a protestare contro quella cosa. E penso che bene ha fatto la Regione a bloccare quella cosa lì e credo che sia necessario rimettersi a un tavolo e ricostruire le specialistiche funzionalmente a tutto il territorio. Un anno e mezzo fa noi a Ceriscioli le abbiamo dette e lui ha bloccato quella programmazione. Credo sia compito della politica rimettersi insieme per redistribuire il progetto sul territorio. Altrimenti succede come Radioterapia, ma poi uno non si è accorto che un acceleratore era andato in tilt… E noi dobbiamo far capire quali sono le nostre priorità. Sull’ospedale unico nel parlavo 13 anni fa, sulla sua utilità. Dico però che chi lo vuole fare non salti sempre di là. Approfondiamo quali sarebbero le criticità o catastrofi organizzative messa un’azienda ospedaliera ma cancellando i due attuali ospedali… La nostra sanità, per chiudere, è stata una sanità di eccellenza quando ha dovuto dare risposte nei giorni difficili del terremoto.

Giorgini (consigliere regionale M5s): Ho capito ascoltando Agostini che la mutazione genetica della sinistra è completa. Ricordo a tutti gli anni 70 qundo fu istituito il servizio sanitario nazionale e si diceva che la linea della sinistra doveva essere impostata su etica e sociale. E qui invece si sta vendendo tutto dal pubblico al privato. Non è la sinistra che difende il pubblico, ma la destra… L’intenzione della sinistra è lasciare al pubblico pronto soccorso, rianimazione e tutto il succo ai privati. Non voglio, come cittadino essere prso in gir: la media di altri ospedali è di 50.000 abitanti, quelli di Ascoli e di San Benedetto ognuno per 100.000 abitanti. Perché depauperare Ascoli e San Benedetto? E per l’ospedale unico se non si ragiona su uno studio di fattibilità di cosa parliamo? Tra Ascoli e San Benedetto abbiamo circa 550 posti. Per cotruire 600 posti letto occrrono 150 miloni struttura, poi aree, poi 22 milioni per infrastrutturazione area interna, poi il 40% di arredi medicali. In totale oltre 30 milioni di euro…  Finora abbiamo raccolto 5mila firme per San Benedetto, ma la lotta va fatta da tutti”.

Urbinati (consigliere regionale Pd): “Ascoltare, nel settore sanitario, è la cosa migliore. Credo che un’azione di trasparenza aiuti… Sulla sanità privata, nel pieno della campagna per le comunali di San Benedetto, tutte le forze politiche saltarono sulla questione della Stella Maris. Sono d’accordo sul fatto che la sanità funziona se è il pubblico che la guida. Ma credo che qualche anticorpo sulla sanità privata ce lo abbiamo… A Giorgini dico, raccogliere 5000 firme per dire se ospedale aperto o chiuso, non ha senso… Voglio fare anche una piccola critica, un anno e qualche mese dopo l’ultimo consiglio aperto ad Ascoli, avevamo incentrato la discussione sull’ospedale unico. Io ci ho creduto da subito e passi importanti in questi mesi sono stati fatti. E pensavo che fosse già stata convocata la conferenza dei sindaci del Piceno perché non è vero che sull’ospedale unico non ci sono atti. Così come dato indirizzo a San Benedetto. L’Asur ha fatto il suo dovere con uno studio di dimensionamento che ci dirà cosa serve al nostro territorio. L’Area vasta è stato il miglior male possibile, non è la soluzione ideale ma non è altro che un ospedale su due padiglioni a 33 chilometri di distanza. Se si dice che la costa ha vocazione all’emergenza-urgenza, con 41 mila ingresso al pronto soccorso, l’Emodinamica deve stare lì. E l’ospedale unico è la soluzione. Abbiamo un documento per discutere. Su questo bilancio e sul prossimo sarà finanziato l’ospedale unico di Pesaro ma semplicemente perché loro hanno trovato la soluzione su dove metterlo. E questa può essere una risposta molto importante per questo territorio. Perché non è facile progettare una struttura senza conoscere l’ubicazione”.

Casini (vice presidente Regione Marche): “Noi abbiamo ereditato un Piano sanitario del 2014 e nel 2015 abbiamo emanato due delibere con le quali si sono fissati gli obiettivi. Poi a settembre abbiano definito il Piano delle liste d’attesa, indicando quale elemento centrale il rapporto tra medico di famiglia e sistema sanitario. Il nostro è un sistema sanitario che ha dimostrato quanto vale, anche nell’emergenza del terremoto, quando tutti si sono fatti trovare pronti già subito dopo la prima scossa, con un grande lavoro fondamentale anche dal punto di vista dell’assistenza psicologica oltreché medica. E ricordiamo che solo ad Ascoli vengono effettuati 36 mila interventi all’anno e sono tantissimi e che con San Benedetto praticamente si raddoppiano”.

Capocasa (direttrice Area vasta 5): “Ho accettato questa sfida perché questa è la mia terra e ci ho messo la faccia. I 36 mila interventi segnalati dalla Casini sono significativi. Siamo riusciti a recuperare una fiducia in questo percorso che negli ultimi tempi era caduta e oggi abbiamo risultati che fanno gioire chi quotidianamente ci mette la faccia, tutti operatori e infermieri. Qualcuno si laenterà, ma sono 2300. Sono quella che ha la responsabilità di rappresentare le esigenze all’Asur, dopo mediazione con organismi partecipativi, sindacati, medici e operatori dipendenti. Purtroppo la macchina burocratica è molto complessa e prima di rilevare i cambiamenti abbiamo bisogno di tempo. Abbiamo rendicontato i primi 18 mesi di attività. Qualcuno ha commentato sarcasticamente quelle 2 ore per argomentare quanto fatto, non lasciando spazio alle osservazioni ma noi non volevamo raccontarcela e suonarcela da soli. I dati sono riportati sui siti di Asur e Ars. Si può migliorare ricordando anche da dove si è partiti. Ringrazio collaboratori per eccezionle bravura, anche sul sisma. Ma mi preme guardarre al futuro. L’ospedale unico potrebbe essere una soluzione, ma non spetta a me la decisione.Quello da cui si può partire è l’analisi del fabbisogno, non solo per l’acuzie. Solo con una visione a 360 gradi possiamo vincere una sfida in cui le risorse economiche hanno comunque un limite. Sicuramente non avranno un’espansione, ma dobbiamo superare la frammentazione per vincere la sfida.

Castelli (sindaco di Ascoli): Faremo innanzitutto una convocazione per fare le somme su quanto ascoltato. Una cosa la devo dire per l’soepdale unico. Bisogna parlare per atti e il piano sanitario vigente dice di progettazione integrata come indicazione curare in maniera sperimentale nel contesto dell’Area vasta propedeutica all’azienda ospedaliera… Lo dice la legge. Ci aspettiamo, dunque, che venga allora fatto un nuovo Piano sanitario regionale. Questa giunta insediata nel 2015 doveva valutare, ragionare, ma occorre una pianificazione perché andazzo di emanafre delibere specifiche decontestualizzate non è mantenibile. La Capocasa ha fatto qullo che poteva, ma è destituiti di competenze più generali e questi poveri Cristi devono fare le nozze con i funghi. Ha senso l’ospedale unico se il bilancio di quell’ospedale non ha l regole che oggi riguardano i due ospedali. Il punto è molto chiaro: i nostri tetti di spesa devono tener conto dei soggetti che non risiedono dell’Asur. Quindi il rimborso della Regione Abruzzo va all’Asur e non riattribuito a chi effettua la prestazione. Noi abbiamo un’Asur e tre aziende ospedaliere che provocano una torsione nella redistribuzione della spesa. E l’Asur paga sia al San Salvatore che al Torrette il prezzo pieno per i non residenti. Se può avere un senso forse nel livello qualitativo del Torrette, non è giustificabile col San Salvatore di Pesaro. Ha ragione quindi Piero Celani nel dire certezza di risorse e ha senso parlare dell’ospedale quando ci sarà questa certezza. E in base al fabbisogno si ragionerà su proposte operative. Quindi ospedale unico ma se sottratto al criterio attuale di distribuzione di risorse per la mobilità da fuori regione. E comunque ad evitare commissariamento dell’Asur sono stati i marchigiani che hanno subito un extragettito Irpef di 750 milioni di euro… Ero in Regione. Nel frattempo, non bisogna come dice Agostini razionare le risorse. Inviterei, quindi, al varo del nuovo Piano sanitario regionale che è scaduto, nel quale si dica quale sia l’indirizzo verso cui procedere. E non con singole delibere puntuali. Propongo una conferenza dei sindaci anche col Governatore Ceriscioli e parliamo dell’ospedale unico che comunque richiede dai 3 ai 5 anni e intanto cerchiamo di capire quale sia la situazione. Nel frattempo, Radiologia interventistica andata altrove, Fermo i soldi dell’ospedale nuovo se li è presi, ma qui c’è una fascia di sofferenza. E occorre ridare autonomia nella zona di confine come questa. Attendo prima della conferenza che Ceriscioli ci dica: ho dato incarico ai tecnici di definire dove realizzare l’ospedale unico”.

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